8 Aprile 2014

Aziende vinicole, fatturato record e lavoro per oltre un milione di italiani

È boom per il fatturato di vino e spumanti in Italia. Un valore record, pari a 9,3 miliardi di euro che, nel 2013, ha registrato un incremento del 3%. La crescita della vendita di vini italiani è dovuta soprattutto alle esportazioni, che per la prima volta hanno superato i cinque miliardi, con Gran Bretagna e Russia in testa, seguite da Francia, Stati Uniti e Germania.

Non solo, l’incremento della vendita ha riguardato anche il mercato nazionale del vino, dove l’incremento registrato è stato dell’1,5% con 4,2 miliardi di fatturato.

I dati, emersi da un’analisi di Coldiretti sono stati presentati nel corso del Vinitaly 2014, la fiera mondiale dedicata a vino e distillati in programma fino a mercoledì 9 aprile.

Un quadro incoraggiante e in controtendenza rispetto alla crisi che sta interessando l’economia nazionale, che ha inoltre posto le basi per la creazione di nuovi posti di lavoro e opportunità occupazionali per più e meno giovani.

Nel 2013 le aziende vinicole hanno infatti offerto lavoro ad un milione e duecentocinquantamila italiani, impegnati direttamente in vigna, nelle cantine, nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse, di servizio e nell’indotto che si sono estese a più ambiti.

L’incremento di occupazione ha infatti riguardato l’industria vetraria, così come quella dei tappi, degli accessori, degli imballaggi, dell’enoturismo, o ancora dell’editoria, fino ad arrivare alle bioenergie, ottenute dai residui di potatura e dai sottoposti della vinificazione.

Ad un boom del mercato vinicolo italiano si è associata anche una crescita esponenziale delle iscrizioni alle facoltà di Agraria ed Enologia, che si collocano inoltre fra quelle con i migliori esiti lavorativi occupazionali, con l’82,5% dei laureati occupati a cinque anni dalla conclusione degli studi.

“La decisa svolta verso la qualità ha messo in moto nel vino un percorso virtuoso”, ha affermato il Presidente Coldiretti Roberto Moncalvo, “in grado di conciliare ambiente e territorio con crescita economica e occupazionale anche attraverso l’integrazione di categorie come giovani, donne e immigrati che in questo momento hanno maggiori difficoltà nell’accesso al lavoro”.

Trend positivo che si sta registrando anche negli istituti agrari, come l'Istituto professionale per l'agricoltura “Carlo De Franceschi” di Pistoia, dove gli iscritti al primo anno aumentano del 20%, e per l'anno scolastico 2014-15 si arriverà ad un totale di 370 alunni.