“E’ un’ottima notizia che i tanti giovani che vogliono investire in agricoltura attendevano ormai da diverso tempo e che Coldiretti ha fortemente voluto e sostenuto”. E’ quanto afferma la responsabile di Giovani Impresa Coldiretti Maria Letizia Gardoni nel commentare la firma, da parte del ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, del decreto applicativo che rende concreta la legge del 2012.
“L’accesso alla terra infatti è uno dei principali ostacoli alla voglia dei giovani di ritornare in campagna e questo decreto fa in modo di contribuire a rimuoverlo in una situazione in cui è in atto una vera svolta green con un aumento record del 12 % delle nuove iscrizioni agli istituti agrari per il prossimo anno. Attendiamo quindi per settembre la messa a disposizione dei terreni per aiutare i tanti giovani che ogni giorno ci contattano a poterne avere accesso, ma ci auguriamo che la norma sia estesa anche alle terre di proprietà degli altri enti pubblici a partire dalle regioni”.
La cessione di questi terreni – rileva la Coldiretti - toglierà allo Stato il compito improprio di coltivare la terra, renderà disponibili risorse per lo sviluppo, ma soprattutto avrà il vantaggio di calmierare il prezzo dei terreni, stimolare la crescita, l’occupazione e la redditività delle imprese agricole che rappresentano una leva competitiva determinante per la crescita del Paese. E’ certo infatti - precisato la Coldiretti - che nessuno meglio degli imprenditori agricoli è in grado di valorizzare lavorando la terra e generare nuova occupazione.
Dal ritorno delle terre pubbliche agli agricoltori che le coltivano possono nascere nuove imprese o, in alternativa, essere ampliate quelle esistenti come testimonia il fatto che la disponibilità di terra è il principale vincolo alla nascita di nuove imprese agricole. Nell’agricoltura italiana il 6,9% dei titolari di impresa ha meno di 35 anni ed è alla guida di 54.480 aziende secondo una analisi Coldiretti. Di queste circa il 70% - conclude la Coldiretti - opera in attività multifunzionali: dall’agriturismo, alle fattorie didattiche; dalla vendita diretta dei prodotti tipici e del vino alla trasformazione aziendale del latte in formaggio, dell’uva in vino, delle olive in olio, ma anche pane, birra, salumi, gelati e addirittura cosmetici.