5 Ottobre 2015

+520% import pomodoro dalla Cina, allarme per Made in italy

Made in Italy a rischio con l’aumento del 520% delle importazioni di concentrato di pomodoro dalla Cina, che raggiungeranno a fine anno circa 90 milioni di kg, pari a circa il 10% della produzione nazionale. È l’allarme lanciato dalla Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al primo semestre 2015, nel denunciare il rischio concreto che venga spacciato come Made in Italy sui mercati nazionali ed esteri, per la mancanza dell’obbligo di indicare in etichetta la provenienza.

Dalla Cina si sta assistendo a un crescendo di navi che sbarcano fusti di oltre 200 kg di peso con concentrato di pomodoro, da rilavorare e confezionare come Made in Italy, poiché nei contenitori al dettaglio è obbligatorio indicare solo il luogo di confezionamento, ma non quello di coltivazione del pomodoro. La maggioranza degli sbarchi avviene nel porto di Salerno in Campania, come evidenziato dal rapporto Agromafie elaborato dall’Osservatorio sulla criminalità in agricoltura insieme a Eurispes e Coldiretti. Un commercio che va reso trasparente con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti, che attualmente vige in Italia solo per la passata di pomodoro, ma non per il concentrato o per i sughi pronti. A rischio c’è uno dei settori simbolo del Made in Italy nel mondo.

L’84% degli italiani ritiene che sia molto importante che l’etichetta riporti la provenienza della materia prima impiegata per la frutta e verdura trasformata, come i derivati del pomodoro, secondo la consultazione pubblica on line sull'etichettatura dei prodotti agroalimentari condotta dal Ministero delle Politiche Agricole, che ha coinvolto 26.547 partecipanti sul sito del Mipaaf da novembre 2014 a marzo 2015. Un risultato che, sulla base del regolamento comunitario n.1169 del 2011, entrato in vigore il 13 dicembre del 2014, consente all’Italia di introdurre norme nazionali in materia di etichettatura obbligatoria di origine geografica degli alimenti.
In un momento di difficoltà economica va portato sul mercato il valore aggiunto della trasparenza, con l’obbligo di indicare la provenienza in etichetta per tutti i prodotti alimentari” ha affermato il Presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo.

La Cina ha iniziato la coltivazione di pomodoro per l’industria nel 1990 e oggi il secondo bacino di produzione dopo gli Stati Uniti, superando l’Unione Europea. Ma il gigante asiatico nel 2014 ha conquistato anche il primato di notifiche per prodotti alimentari irregolari perché contaminati dalla presenza di micotossine, additivi e coloranti al di fuori dalle norme di legge, secondo un’elaborazione della Coldiretti sulla base della Relazione sul sistema di allerta per gli alimenti. Su un totale di 3.097 allarmi per irregolarità segnalate in Europa, ben 469 (15%) hanno riguardato la Cina.
Il pomodoro è il condimento maggiormente acquistato dagli italiani. A rischio c’è un settore, quello del pomodoro da industria, dove sono impegnati in Italia oltre 8mila imprenditori agricoli che coltivano su circa 72.000 ettari, 120 industrie di trasformazione in cui trovano lavoro ben 10mila persone, con un valore della produzione superiore ai 3,3 miliardi di euro.