“Nonostante il settore del vino abbia affrontato una grave crisi dei consumi interni, ha saputo creare reddito e occupazione in Italia perchè ha saputo puntare sulla qualità, sulla distintività e sul legame con il territorio, creando le condizioni per una valorizzazione sul mercato nazionale ed estero dove è diventato simbolo del Made in Italy”, con queste parole il Presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo ha voluto sottolineare il successo della produzione e distribuzione anche e soprattutto all’estero del vino nostrano che, secondo le recenti stime è quello più consumato dagli americani.
Notoriamente abituati a larghi consumi di birra e bibite gassate, il popolo statunitense ha scoperto le delizie di Bacco e per la prima volta nella storia gli USA si sono classificati come i maggiori consumatori di vino al mondo. Secondo i dati raccolti dall’Organizzazione mondiale del vino e della vite (OIV), nonostante i consumi in generale abbiano risentito di un certo calo a livello quantitativo, solo nel 2013 gli Stati Uniti d’America hanno importato dal nostro Paese ben 2,9 milioni di ettolitri di vino, facendo diventare l’Italia il loro primo fornitore ufficiale, addirittura davanti alla Francia.
Se per effetto della crisi economica, l’Italiano medio ha preferito rinunciare anche al famoso, quanto salutare bicchiere di vino al giorno, negli Stati Uniti il consumo è aumentato dello 0,5%. Nonostante i consumi in territorio nazionale siano calati rispetto al passato, si beve meno, ma si beve meglio grazie alla nostra produzione che può contare su una offerta di 73 etichette Docg, 332 Doc e 118 Igt. Per effetto della crisi, Coldiretti ha sottolineato il fatto che la quantità di vino italiano consumata all’interno del territorio nazionale è inferiore a quella bevuta fuori dai nostri confini, confermando il ruolo dell’Italia come primo esportatore mondiale.