“Si tratta dell’ennesima frode ai danni dei consumatori italiani, patate spacciate per italiane ma che in realtà arrivano dall’estero e non garantiscono i medesimi standard di qualità e garanzia.”
Con queste parole Luigi Bisi, presidente di Coldiretti Piacenza commenta la denuncia della scorsa trasmissione Report circa la truffa nei confronti dei consumatori che credono di acquistare prodotto italiano e che invece proviene da Paesi europei ed extraeuropei. In Italia vengono consumati 21 milioni di quintali di patate a fronte di una produzione di 15 milioni, importando così sei milioni di cui il 50% dalla Francia. Patate prodotte a costi inferiori, rispetto a quelli italiani, anche a causa dell’utilizzo di agrofarmaci vietati in Italia perché dannosi alla salute, ma autorizzati in altri Paesi europei, per poi venderle a prezzi italiani.
“Questa non si può che definire concorrenza sleale, prosegue Bisi, nei confronti di un settore il cui valore in Emilia Romagna si aggira intorno ai 50 milioni di euro. Qui a Piacenza, questa concorrenza rischia di avere un impatto importante sulla produzione delle patate prodotte anche sulle nostre montagne, dove gli agricoltori riescono a presidiare il territorio grazie a questa economia.”
“Apprendere queste notizie, afferma Francesco Chinosi, imprenditore agricolo di Groppallo, è scioccante, specialmente per il nostro territorio, dove storicamente la produzione di patate ha permesso di contrastare lo spopolamento delle montagne permettendo il graduale ritorno dal dopo guerra ad oggi. Nella mia azienda pianto ogni anno 40 quintali di semi per una produzione totale di circa 400 quintali di patate di qualità; nella cucina piacentina poi, la patata ricopre un ruolo importante, basti pensare alla famosa Torta di Patate De.Co. di Farini, piatto contadino, nato dall’esigenza del riciclo ma che oggi è una delle specialità della nostra cucina tradizionale.”
“Questi settori, conclude poi il presidente Bisi, vanno tutelati dalle subdole imitazioni che non solo ingannano i consumatori ma danneggiano i nostri produttori e dunque le nostre economie. Con questo scopo, Coldiretti ha istituito l’Osservatorio per la lotta alla criminalità: occorre che tutti siano consapevoli e partecipi del nostro patrimonio agroalimentare e di ciò che lo minaccia quotidianamente poiché la sua tutela diventi obiettivo primario delle autorità preposte e della comunità.”