In controtendenza alla crisi generale dell’economia, il settore dell’agriturismo è in costante crescita. I dati diffusi in occasione della presentazione di Agriturismoinfiera, rassegna dedicata alle aziende agrituristiche italiane, indicano che le vacanze in campagna vengono scelte da 3 milioni e 400 mila persone, con un fatturato complessivo di oltre 1 miliardo di euro.
La preferenza per il turismo contadino è stata confermata anche durante le recenti festività. Sono stati 650.000 i vacanzieri che hanno deciso di passare il Natale e il Capodanno in agriturismo, che gli italiani affermano di amare per i seguenti motivi:
Nelle aziende agrituristiche inoltre – sottolinea Silvia Bosco, Segretaria Nazionale di Terranostra – sempre più spesso vengono offerti programmi ricreativi, come l'equitazione, il tiro con l'arco, il trekking, ma non mancano attività culturali: visita di percorsi archeologici o naturalistici, corsi di cucina, preparazione dei formaggi, orticoltura, nonché numerose attività ludico-didattiche per i bambini.
Nonostante la crisi e la recessione, il bilancio del turismo rurale in Italia continua quindi a salire, con una crescita del 2,1%. Dal 1998 (anno in cui è stata istituita la legge sull’agriturismo) al 2013, le aziende agrituristiche sono aumentate complessivamente del 150%. (Fonte: Agrietour).
Secondo i dati Istat, nel 2013 si è registrato un vero e proprio boom soprattutto al Nord, dove gli alloggi agrituristici sono aumentati del +6,1%, contro il +1,1% del Centro e il calo significativo del 2,1% al Sud. Tra le regioni dove l’agriturismo è maggiormente radicato, si confermano in top alla classifica la Toscana e il Trentino-Alto Adige.
Se gli ultimi anni sono stati caratterizzati dall’espansione del comparto agrituristico, le previsioni per il 2015 sono altrettanto rosee, contando già 4 milioni e 800mila di persone che hanno in programma una visita in un'azienda agricola. La classifica delle mete preferite è:
In un recente articolo, si parla anche del turista tipo che predilige le vacanze in agriturismo: ha dai 30 ai 50 anni, abita nel centro-nord, è laureato e svolge un lavoro impiegatizio. Tra i turisti stranieri, ben l'83% degli amanti dell’agriturismo arrivano dall’Europa, il 12% dalle Americhe e il 5% dall'Asia.
Un settore dunque che non conosce crisi e che sta interessando sempre più i giovani: le storie di ragazzi come Cristina Scappaticci, titolare dell’agriturismo Valle Reale, e di Giada Poggini, proprietaria dell’agriturismo Le Ceregne, sono solo alcuni esempi di giovani che hanno investito il proprio futuro in un’azienda agrituristica.
A contribuire al successo di questi luoghi alternativi di villeggiatura ci sono le tavole imbandite con golosità gastronomiche tradizionali e prodotti a km0, che rendono il soggiorno in campagna appagante e completo sotto ogni punto di vista. Dei 20.897 agriturismi presenti sul territorio italiano (dati Istat relativi al 2013), sono infatti 7.628 quelli che offrono contemporaneamente alloggio e ristorazione, mentre 10.184 propongono anche altre attività di intrattenimento.
“Nella scelta dell’agriturismo” sottolinea inoltre Terranostra “incide sicuramente la qualificazione e la diversificazione dell’offerta, ma anche l’ottimo rapporto qualità/prezzo e il desiderio dei turisti di ricercare vacanze sostenibili.
Attraverso l’attività agrituristica, i giovani imprenditori agricoli possono diversificare le proprie attività in azienda, valorizzando le bellezze paesaggistiche e ambientali, così come le produzioni alimentari del territorio.
Tale rapporto qualità/prezzo è inoltre dovuto alla flessibilità delle varie offerte riguardanti sia il pernottamento che la ristorazione. E ciò avviene perché l’azienda agrituristica generalmente non ricorre a personale esterno, ma sono gli stessi proprietari a provvedere alla gestione con l’aiuto dei familiari.
La scelta dell’agriturismo è infine rafforzata dalla riscoperta di un turismo che non obbliga a dover percorrere grandi distanze, con mete da raggiungere in giornata senza spendere troppo, come impone il persistente periodo di crisi economica.”