5 Novembre 2021

Lavoro: Coldiretti, +15% Scuola Agraria, 13mila giovani in stalla

Lavoro - Aumentano del +15% le iscrizioni alle scuole professionali agrarie nell’ultimo anno. I giovani italiani under 35 titolari di impresa, impegnati oggi nelle stalle del Paese in attività, sono oltre 13mila. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti sui dati Miur e Centro Studi Divulga diffusa in occasione della sfilata delle mucche sul red carpet per l’apertura della Fiera agricola e Zootecnica di Montichiari.

La pandemia ha accelerato il fenomeno del ritorno alla terra e maturato la convinzione comune che le campagne siano oggi capaci di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo.

La vera novità sono gli under 35 arrivati da altri settori o da diverse esperienze, che non possono contare sul patrimonio aziendale familiare. La presenza dei giovani è positiva per la capacità di innovazione e crescita, che porta le aziende agricole dei giovani ad avere un fatturato più elevato del 75% della media e il 50% di occupati per azienda in più. Peraltro viene sostenuta la svolta green dell’agricoltura italiana, che può contare il primato indiscusso per la qualità alimentare con 316 specialità Dop/Igp/Stg.

L’emergenza Covid però ha anche innescato un cortocircuito sul fronte delle materie prime con rincari insostenibili per l’energia e l’alimentazione degli animali nelle stalle. “Nell’immediato occorre garantire la sostenibilità finanziaria delle aziende e delle stalle affinché i prezzi riconosciuti ad agricoltori ed allevatori tornino sopra i costi di produzioni” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.

Sotto accusa sono anche i recenti orientamenti comunitari a favore dell’etichetta nutrizionale a colori che boccia ingiustamente quasi l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine Dop/Igp. Il nutriscore si concentra su un numero molto limitato di sostanze nutritive e sull’assunzione di energia, senza tenere conto delle porzioni ed escludendo paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta.