18 Agosto 2015

Expo 2015: addio frutteti italiani, tagliata 1 pianta di frutta su 3

Allarme per la frutta Made in Italy: il frutteto italiano rischia di sparire, dopo che negli ultimi 15 anni si è ridotto di 1/3, con la scomparsa di oltre 140mila ettari di piante di mele, pere, pesche, arance, albicocche e altri frutti. L'Italia potrebbe così perdere il primato europeo nella produzione di una delle componenti base della dieta mediterranea. È l’allarme lanciato da Coldiretti in occasione della Giornata dell’Ortofrutta al Padiglione Coldiretti di Expo 2015, alla quale hanno partecipato migliaia di agricoltori provenienti dalle campagne dell'intera Penisola, insieme al Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo e al Ministro Maurizio Martina.
La superficie coltivata a frutta in Italia, passata da 426mila ettari a 286mila, ha subito un crollo netto del 33% in 15 anni, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat relative alle coltivazioni legnose agrarie pubblicati nel 2015. A determinare la scomparsa delle piante da frutto è stato il crollo dei prezzi pagati agli agricoltori, che non riescono più a coprire neanche i costi di produzione. Il taglio maggiore ha interessato i limoni, con la superficie dimezzata, seguiti dalle pere, pesche e nettarine, arance, mele, clementine e mandarini.

Complessivamente la superficie italiana investita ad ortofrutta supera appena 1 milione di ettari, l’8% della superficie agricola utilizzata (Sau) a livello nazionale, e produce il 26% della produzione agricola italiana (PLV). La produzione ortofrutticola italiana oscilla mediamente attorno ai 23 milioni di tonnellate, di cui:

  • il 46% in volume di ortaggi in piena aria
  • il 29% di frutta
  • il 12% di agrumi
  • il 7% di ortaggi in serra
  • il 6% di patate
  • lo 0,5% di leguminose.

Il disboscamento delle campagne italiane è il risultato di una vera invasione di frutta straniera, con le importazioni che negli ultimi 15 anni sono aumentate del 37% e hanno quasi raggiunto i 2,1 miliardi di kg, ma anche di un progressiva riduzione dei consumi da parte delle famiglie.
“Un trend drammatico che ha effetti pesanti sul piano economico e occupazionale per le imprese agricole, ma anche dal punto di vista ambientale e per la salute dei consumatori” ha affermato Roberto Moncalvo nel sottolineare che “occorre intervenire per promuovere i consumi sul mercato interno e per sostenere le esportazioni, che in quantità sono rimaste pressoché le stesse di 15 anni fa. Ci sono infatti segnali positivi di ripresa dell’economia che non vanno sottovalutati, come l’inversione di tendenza nei consumi di frutta in Italia, che non si registrava dall’inizio della crisi, mentre opportunità possono venire anche dall’estero per il tasso di cambio favorevole.”

A preoccupare è il blocco delle esportazioni dei prodotti ortofrutticoli dell’UE verso la Russia, a causa dell’embargo deciso da Putin recentemente prorogato fino al 6 agosto 2016, che porta a perdite dirette e indirette al settore ortofrutticolo nazionale. "Perdite dirette per mancate esportazioni e indirette a causa di un appesantimento generale del mercato comunitario, che deve essere compensato da misure adeguate da parte dell’Unione Europea" ha dichiarato Moncalvo aggiungendo che "serve anche rimuovere gli ostacoli strutturali che determinano uno svantaggio competitivo per le nostre imprese, con regole armonizzate sulle importazioni dall’estero, dove spesso vengono utilizzati prodotti chimici vietati in Italia, controlli qualitativi più stringenti sulla reale provenienza della frutta in vendita, senza dimenticare i costi aggiuntivi dovuti dall’arretratezza del sistema di trasporti, come il caso dell’autostrada siciliana ha drammaticamente evidenziato."

 

IL CROLLO DEL FRUTTETO ITALIA NEGLI ULTIMI 15 ANNI

Mele -27%
Pere -41%
Pesche -39%
Arance -31%
Limoni -50%
Clementine//mandarini -18%
TOTALE -33%

(Fonte: Elaborazioni Coldiretti su dati Istat)