21 Febbraio 2024

Coldiretti torna in piazza a Bruxelles il 26 febbraio

“Torneremo a manifestare a Bruxelles il 26 febbraio e tutte le volte che sarà necessario fino a quando non avremo ottenuto risposte esaustive rispetto ai bisogni che gli agricoltori italiani ed europei hanno”. Lo ha annunciato il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini nell’ambito della trasferta a Bruxelles dove ha incontrato tra gli altri la presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola, il Commissario europeo all’Agricoltura Janusz Wojciechowski, oltre a numerosi eurodeputati.

Durante gli incontri si è parlato di risorse comunitarie anche per quanto concerne i prossimi anni, di semplificazione, di emissioni in atmosfera, di norme sul packaging, ha sottolineato Prandini che ha parlato di lavoro “proficuo”.

Tra le richieste avanzate, la deroga agli aiuti di stato con un framework dedicato da usare anche per la moratoria sui debiti; una semplificazione immediata della Politica agricola comune da discutere al Consiglio dei ministri agricoli della Ue del 26 febbraio e da implementare il prima possibile con la sospensione di tutte le sanzioni connesse alla condizionalità per quest’anno di emergenza; l’incremento delle risorse per la Pac anche in prospettiva futura; il blocco del trilogo sulla direttiva packaging per valutare nuovo studio di impatto; la ridiscussione in parlamento della direttiva Ied sulle emissioni industriali in occasione del trilogo per il mantenimento dello status quo anche polli e suini; la semplificazione dell’etichetta per il vino tramite Qr code; la sospensione dell’accordo Mercosur; l’implementazione della declassazione dello status del lupo come specie protetta.

“Le misure promesse dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, per alleggerire gli oneri amministrativi sulle spalle degli agricoltori sono in linea con le richieste avanzate da Coldiretti alla stessa von der Leyen circa dieci giorni fa, a margine della protesta dei trattori davanti alla sede del Parlamento europeo” ha affermato Prandini nell’auspicare che “alle parole seguano i fatti”.

Occorre intervenire sul principio di reciprocità negli scambi per fare in modo che tutti i prodotti che entrano in Europa rispettino le stesse norme ambientali, sanitari e sul lavoro applicate all’interno dei confini comunitari.