CREDITO E AGEVOLAZIONI

Dall'idea alla Realtà: Come accedere al Credito per avviare l'attività per una Giovane Impresa

L’avvio di una nuova attività imprenditoriale è una scelta complessa e allo stesso tempo stimolante. Il successo o il fallimento di una attività dipendono in gran parte dalle valutazioni e decisioni che hanno contraddistinto il concepimento dell’iniziativa.

Se oggi di fatto è più facile dar vita a nuove imprese, la ricerca di nuovi ed adeguati finanziamenti implica la conoscenza di alcuni fondamentali aspetti tecnico-economici e finanziari, oltre che di mercato, indispensabili per raggiungere un livello di soddisfacente successo ripagare sforzi e sacrifici, specie per un giovane futuro neo imprenditore.

Anche se ogni situazione rappresenta un caso a sé, ci sono percorsi standard “obbligatori” da seguire che permettono di trasformare la propria “Idea Imprenditoriale” in “Realtà”.

L’approccio verso il quale ogni potenziale giovane impresa agricola deve confrontarsi, può essere sinteticamente articolato in tre distinti momenti, tra loro conseguenziali, quali:

1) “L’Idea ed il Progetto Imprenditoriale”: costituisce primario punto di partenza preliminare alla stesura del nostro progetto. L’Idea deve essere realistica ed oggettiva e va illustrata come progetto, contenente anche gli elementi tecnico-economici per sostenerla.

E’ di fatto il percorso logico obbligato per trasformare un’idea iniziale in un vero e proprio elemento di fattibilità strutturato a misura dell’impresa, in ragione del quale verranno individuate le fonti di finanziamento adeguate.

Il Progetto invece, chiarisce dove il futuro imprenditore vuole andare ed in che modo, aiutandolo a capire quali potrebbero essere le risorse necessarie alla realizzazione dello stesso.

2) “Business Plan”: è il documento che definisce e riepiloga l’idea imprenditoriale, le linee strategiche, gli obiettivi e la pianificazione patrimoniale, economica e finanziaria dell’impresa, e ne dimostra la sostenibilità economico-finanziaria nell’arco di 3-5 anni.

Il Business Plan è uno strumento dinamico, da adattare alla luce dei cambiamenti di idee e di obiettivi e rappresenta il mezzo con cui presentare il progetto a soggetti terzi, al fine di convincere gli operatori economici, estranei all’impresa, sulla credibilità del business aziendale.

Questi gli obiettivi previsti del Business Plan:

  • Fornire informazioni fondamentali per l'avvio dell'attività: quali e quante risorse economiche, la necessità di risorse finanziarie ed umane, le caratteristiche del prodotto e del mercato, i concorrenti, chi sono i clienti tipo, ecc.
  • Consentire la visione globale dei fattori che caratterizzano l'azienda (base per pianificazione strategica)
  • Sottolineare l'originalità dell'idea imprenditoriale
  • Verificare l'interesse della potenziale clientela
  • Monitorare il raggiungimento degli obiettivi prefissati
  • Verificare la coerenza tra le singole azioni indicate, in particolare in termini di rapporti ricavi-costi e entrate-uscite
  • Definire l’assetto e la forma giuridica
  • Formulare previsioni attendibili simulando le varie ipotesi di sviluppo dell'attività
  • Servire come "biglietto da visita" per presentare l'impresa all'esterno (potenziali soci, finanziatori, banche, clienti e fornitori)

Gli errori da evitare consistono nel non considerare i fattori esterni all’impresa in quanto nel lungo periodo potrebbero avere un impatto negativo, nell’improntare il Business Plan come una ricerca di mercato, nel presentare dati e proiezioni finanziarie inverosimili (il piano ipotizzato deve essere coerente ed in linea con potenzialità aziendali) e non proteggere le informazioni contenute, anche se è comunque importante salvaguardare i dati inseriti (clausola di confidenzialità)

Il Business Plan assume efficacia se compilato secondo un principio di trasparenza, chiarezza ed obiettività, fondamentale risulta la valutazione prospettiva.

Successivamente al concreto avvio, sarà necessaria una costante verifica e manutenzione delle previsioni eseguite, tramite controllo strategico, ovvero la stima dell'avanzamento verso il raggiungimento degli obiettivi prefissati.

3) ”Accesso al Credito e le Fonti di Finanziamento”: È necessario che l’Imprenditore adotti un approccio nei confronti del sistema bancario più “scientifico e strutturato” e sempre meno basato sui sussidi o provvidenze.

Le tradizionali fonti di finanziamento esterne e/o integrative alla propria possibilità di autofinanziamento (quale capitale proprio e/o equity), alle quali poter ricorrere per la realizzazione del progetto imprenditoriale, per tramite del sistema bancario sono così rappresentate:

  • Finanziamenti a breve termine: legati all’operatività corrente, prevedono il rimborso entro l’anno e comprendono forme quali apertura di credito, lo sconto di effetti, di fatture ed altro.
  • Finanziamenti a medio termine: utilizzati per gli investimenti destinati a immobilizzazioni tecniche, con rimborso entro tre/cinque anni e sono riconducibili alla forma tecnica dei mutui chirografari.
  • Finanziamenti a lungo termine: a fronte di investimenti immobiliari prevedono il rimborso oltre i cinque anni e fanno riferimento prevalentemente a mutui ipotecari.

Nell'accedere al credito per un finanziamento da parte di un Istituto di credito (Banca), è opportuno attuare idonea valutazione sulla tipologia delle condizioni da scegliere (tasso variabile e fisso, e tipologia finanziamento).

La scelta deve essere sempre ricondotta alla redditività aziendale ed alle caratteristiche dell’intervento che si intende realizzare.

In caso di utilizzo di un tasso variabile, prevedere l’evoluzione dei tassi futuri per capire l’evoluzione dei pagamenti è molto difficile e di fatto quasi impossibile.

Di fatto il tasso applicabile è la conseguenza diretta di tre fattori:

  1. Rischiosità dell’operazione (rischio di credito)
  2. Andamento dei mercati (costo della provvista)
  3. Efficienza della banca (costi amministrativi e servizi)

Quando un soggetto si rivolge ad un Istituto di credito per la richiesta di un finanziamento, già dalla prima fase istruttoria la documentazione fornita per la valutazione da parte della banca dovrà essere dettagliata e completa, priva di margini di discrezionalità e a favore di indicatori oggettivi, di carattere quantitativo, qualitativo ed andamentale.

In questo modo, la valutazione da parte della banca (della possibile perdita attesa e di quella inattesa) diventa specifica per ogni singola operazione e per ogni impresa.

Successivamente alla valutazione, la banca elabora una variabile, definita rating, attraverso la quale vengono individuate condizioni economiche e di tasso maggiormente favorevoli alle imprese più meritevoli, ed un costo maggiore alle imprese più rischiose.

Il rating è importante per l’impresa in quanto rappresenta la probabilità di insolvenza del debitore con riferimento a un orizzonte temporale predefinito. Rappresenta quindi, la misura del rischio di credito sopportato dalla banca in relazione al cliente debitore.

Per raggiungere un rating favorevole è necessario che l’impresa possieda un assetto gestionale trasparente, sappia trasferire le proprie strategie ed obiettivi, possieda buone prospettive di mercato e crei un rapporto di collaborazione e fiducia reciproca.