Per la next generation restare al passo in una società in continua e rapida evoluzione significa puntare su alti profili professionali e competenze chiave. La crisi pandemica ha accelerato il fabbisogno di competenze digitali nel patrimonio di conoscenze di chi si affaccerà nel mondo del lavoro dei prossimi anni, ma restano imprescindibili anche le cosiddette soft skills: il pensiero creativo, la capacità di visione, il lavoro in team, il saper pianificare e gestire dinamiche complesse che permettono di trasformare le idee in progetti.
In tale direzione EntreComp, il Modello europeo per le Competenze Imprenditoriali, definisce l’imprenditorialità come “la capacità di una persona di tradurre le idee in azione”.
Per comprendere ed approfondire il vissuto di questo nuovo paradigma, Inipa Coldiretti Education ha realizzato un focus group asincrono on line a cui hanno preso parte alcuni giovani imprenditori delegati di Coldiretti Giovani Impresa. L’indagine è stata realizzata nell’ambito di Teen Farm, progetto transazionale volto a promuovere la cultura di impresa in agricoltura nei sistemi scolastici europei, coordinato dal Cesar di Perugia in collaborazione con l’Istituto agrario di Todi e alcune scuole secondarie europee. Agli imprenditori è stato chiesto di esprimersi sul significato di creatività e di pensiero etico e sostenibile nell’era dell'emergenza sanitaria.
I giovani hanno indicato nella capacità di reinventarsi, ottimizzare e valorizzare il proprio capitale produttivo e culturale, l’unica reazione possibile a un evento imprevisto e non programmabile come il Covid. Riprogettare il futuro, dunque, impone un atteggiamento mentale ispirato all’adattamento e alla capacità di aprirsi a un confronto con le condizioni inedite in cui si opera. Un atteggiamento che passa per un processo di analisi di scenario, affinché dalle criticità di oggi emergano opportunità.
La considerazione comune e condivisa è che la crisi abbia rilocalizzato l’attenzione della società sul ruolo dell’agricoltura e della sovranità alimentare, accorciando il rapporto con i consumatori e accelerando la digitalizzazione delle campagne (o perlomeno il bisogno di essa). L’attenzione ai temi della sostenibilità, interpretata in chiave ambientale sociale ed economica si colora, nelle risposte dei partecipanti, anche di eticità ed afferisce al tema della responsabilità individuale e della collettività.
Interessante è, inoltre, l’alta considerazione che i giovani imprenditori ripongono nella forza delle proprie idee quale asset strategico per sviluppo della loro azienda. Per potenziare queste energie positive, in grado di influenzare il lavoro di imprenditori agricoli, è necessario il ricorso a due strumenti: la formazione e le sinergie di rete. Perché - confermano i giovani imprenditori - la società del futuro richiede competenze tecniche e specialistiche ma anche grande flessibilità e capacità di risposta ai problemi complessi che attendono le nuove generazioni.
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