L’Italia può contare sulla più grande varietà cromatica nei vini del mondo, dal giallo verdolino al giallo oro, dal “buccia di cipolla” al rosa chiaretto, fino al rosso mogano e al rosso aranciato mostrata per la prima volta al Vinitaly con la più grande esposizione dei colori del vino mai realizzata nell’esclusivo salone creato a Casa Coldiretti di fronte all’ingresso della struttura fieristica (Ingresso Cangrande).
Un viaggio esclusivo nella progressiva gradazione di colori dei grandi bianchi, rosati e rossi nazionali, con caratteristiche e consistenze curate dal sapiente lavoro di generazioni di viticoltori che garantiscono quelle proprietà uniche ed irripetibili dalla vigna alla tavola e che sono il frutto della combinazione della più ricca varietà di cultivar e delle differenti caratteristiche pedoclimatiche del territorio lungo tutta la Penisola. Sul territorio nazionale ci sono 608 varietà iscritte al registro viti contro le 278 dei cugini francesi (quasi il doppio) a dimostrazione del ricco patrimonio di biodiversità su cui può contare l’Italia che vanta lungo tutta la Penisola la possibilità di offrire vini locali di altissima qualità grazie ad una tradizione millenaria.
Il risultato è una irripetibile “tavolozza dei colori” con le diverse sfumature dell’arcobaleno che parte dal Giallo scarico tendente al verdolino che caratterizza il Soave Classico Doc al giallo verdolino con riflessi dorati del Gavi Docg. Più tenue il giallo paglierino che, con diverse sfumature che vanno dal chiaro all’intenso, si trova dall’Orvieto Classico Doc al Fiano di Avellino Docg, dal Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc fino al Vermentino di Sardegna Doc. Il giallo oro o il giallo dorato brillante contraddistinguono altri bianchi importanti il Cinque Terre Doc o la Falanghina del Sannio Doc, mentre nella versione ambrata lo troviamo nel Passito di Pantelleria Doc, fino al giallo ramato del Marsala Doc. E’ un rosa tenue a distinguere il Cirò Rosato Doc, che diventa pesca nel Terre Siciliane Igt e chiaretto nel Bardolino Chiaretto Doc, mentre ricorda la buccia di cipolla il colore del Salento Negroamaro Rosato Doc.
Ma è ampia anche la varietà cromatica dei vini rossi, dal rosso scarico del Rossese di Dolceacqua Doc al rubino scarico del Barbaresco Docg, al rubino dai riflessi violacei della Lacrima di Morro D’Alba Doc, fino a quello dai riflessi aranciati dell’Alto Adige Sud Tirol Pinot Nero Doc. Ma ci sono anche il rosso aranciato della Bonarda dell’Oltrepo’ Pavese Doc, il rosso ciliegia del Morellino di Scansano Docg, il rosso porpora del Chianti Docg, il rosso mogano del Cesanese del Piglio Docg, il rosso scuro del Montepulciano d’Abruzzo Doc, il rosso granato del Brunello di Montalcino Docg.
“La grande varietà cromatica dei vini italiano rappresenta la dimostrazione del ricco patrimonio di biodiversità su cui può contare l’Italia che vanta lungo tutta la Penisola la possibilità di offrire vini locali di altissima qualità grazie ad una tradizione millenaria” ha sottolineato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel ricordare comunque che “dinanzi agli effetti dei cambiamenti climatici è importante anche accelerare con lo sviluppo e la sperimentazione in campo delle varietà resistenti di nuova generazione ottenute con le Tecniche di evoluzione assistita ma per fare ciò serve un quadro normativo chiaro”.