Un giovane agricoltore su 10 possiede una vigna che è la coltivazione più diffusa nelle aziende condotte da under 35. È quanto emerge dall’analisi Coldiretti in occasione dell’incontro del premier Giorgia Meloni con gli studenti di agraria al Vinitaly. L’elemento che attrae di più i giovani è la nuova stagione del vino italiano con l’attenzione verso la sostenibilità ambientale, le politiche di marketing, anche attraverso l’utilizzo dei social e il rapporto diretto con i consumatori.
I giovani vignaioli che prendono in mano le redini delle aziende imprimono una svolta innovatrice con investimenti in droni, gps, robot, software e internet delle cose senza dimenticare la tradizione e il legame con il territorio come dimostrano le storie dei giovani viticoltori a Casa Coldiretti al Vinitaly.
Dell’esercito dei quasi seimila giovani viticoltori presenti in Italia fa parte Stephanie Anselmet, 26 anni, che su 15 ettari in Valle d’Aosta coltiva vigneti e produce vini bianchi, rossi e rosati, a partire da vitigni territoriali come il Mayolet, il Fumin, il Petit Rouge e il Cornalin. “Il lavoro della terra è legato alla passione, ti dà tante emozioni ed è un continuo evolversi sia dal punto di vista personale che professionale, ti fa sentire vivo. La parte più faticosa è il lavoro fisico ma è compensata molto dalla libertà mentale che ti offre lavorare la terra. Consiglierei a un giovane di lavorare in agricoltura soprattutto in questo periodo che il nostro settore si sta ammodernando verso qualcosa di sempre più innovativo, come è nelle corde della nostra generazione. Fra le difficoltà c’è però la mancanza di manodopera. Io, ad esempio non riesco a trovare almeno 11 persone che mi servono in azienda”.
Alessandro Punzi, 30 anni, ex ingegnere gestionale, viticoltore con sorella e cugina, a Castellaneta in provincia di Taranto, Puglia: “Produciamo vino biologico con vigneti autoctoni, a bacca rossa e bianca, fra cui il Primitivo, il Fiano e vini spumante a base di vitigni Minutolo e Marchione. E’ bello lavorare in agricoltura perchè ti offre il contatto con la natura, grandi soddisfazioni e vedi crescere il frutto del tuo lavoro. L’agricoltura è una bellissima opportunità di lavoro, c’è bisogno di giovani come me, mia sorella e mia cugina che si impegnano in questa attività, perchè alla fine l’agricoltura è fondamentale per la vita. Io non cambierei mai il mio lavoro. Anzi, io ho fatto il contrario. Infatti vengo da un cammino professionale diverso, da ingegnere gestionale ad agricoltore perchè ci credo molto e penso che questa sia davvero un’opportunità per il futuro anche se le difficoltà non mancano. Noi potremmo dare lavoro ad altre due o tre persone in questo settore come stagionali, ma fatichiamo a trovarli”.
Tanita Danese, 30 anni, azienda agricola in provincia di Verona, grazie ai suoi 10 ettari di vigneto produce spumante metodo classico a base Durella: “In agricoltura si ha la possibilità di dare un contributo fondamentale al mondo in cui tutti viviamo, a un giovane consiglierei assolutamente di lavorare in questo settore perchè in agricoltura una persona trova il senso di quello che fa, in maniera molto semplice e diretta, perchè lavorare la terra significa lavorare a contatto diretto con un qualcosa che tutti tocchiamo tutti i giorni e sulla quale viviamo ogni giorno. E’ anche un’opportunità di lavoro e futuro per tutti, perchè alla fine tutti dobbiamo mangiare e tutti dobbiamo bere. In agricoltura si possono trovare veramente tanti lavori e tante opportunità, anche se poi io ho problemi a individuare un collaboratore fisso e almeno 4 o 5 stagionali”.
Enrico Brunello, 31 anni, Montegalda, Vicenza, che su 10 ettari di terreno oltre al vigneto gestisce anche un agriturismo, fra boschi e campi di mais e soia: “E’ bello lavorare in agricoltura perchè sei a contatto con la Natura che è in continua evoluzione, è uno stimolo a migliorare, a sviluppare innovazione, a migliorare l’ambiente intorno a noi. La terra è sicuramente un’opportunità per i giovani, c’è spazio e possibilità di crescere”.