Dal contadino robot all’avvocato agricoltore che aiuta i detenuti, dalle posate di cardo al fagiolo della fertilità fino all’Ape Pack per conservare i salumi, sono stati assegnati gli Oscar Green della Coldiretti ai giovani che non si rassegnano alla protesta sterile o all’attesa passiva di lavoro ma scendono in campo con soluzioni che creano occupazione, salvano il clima e l’ambiente e garantiscono cibo, servizi ed energia al Paese. I premi sono stati consegnati nel corso delle finali di Roma, alla presenza del Presidente della Coldiretti Ettore Prandini, della Delegata Nazionale del Movimento Giovani Imprese Coldiretti Veronica Barbati, del Ministro del Masaf Francesco Lollobrigida e del Ministro per lo sport e i giovani Andrea Abodi.
Anna Madeo in Calabria ha inventato la prima “Ape pack”, una “carta d’api” fatta con lino e cera d’api per avvolgere i salumi del pregiato Suino Nero, premiata con l’Oscar Campagna Amica. Un packaging totalmente green che sostituisce la plastica e il sottovuoto garantendo un’ottima conservazione dei salumi anche fuori dal frigo e per lunghi periodi di tempo, oltre ad essere lavabile, riutilizzabile ed ecologico.
In Campania nelle terre confiscate alla Camorra è nata con Nicola Margarita e la cooperativa Terra Felix una filiera per la produzione di bioplastiche sfruttando la pianta del cardo, che viene trasformata in posate green biodegradabili, in teli per proteggere le piante e in altri oggetti, mentre con gli scarti della lavorazione si fanno dei pannelli per far nascere i pregiati funghi cardoncelli. Un’idea che è valsa l’Oscar nella categoria Fare filiera.
In Molise premiato con l’Oscar Custodi d’Italia Carmine Valentino Mosesso che ha recuperato un’antica varietà di fagioli, detti della levatrice, o fagiolo della fertilità che si donava anticamente alle donne che desideravano diventare madri ma che negli ultimi anni era quasi estinto prima di tornare sulle tavole grazie all’impegno dei giovani agricoltori.
In Val d’Aosta vince l’Oscar Impresa Digitale Didier Chappoz con Hortobot, il contadino robot che analizza l’orto prima ancora di essere coltivato, si occupa della semina, poi del trapianto, dell’irrigazione, della frollatura del terreno e del raccolto, aiuta a risparmiare energie e acqua ed è in grado di leggere e decifrare anche improvvise avversità meteo.
L’Oscar alla solidarietà va a Stefano Piatti l’avvocato esperto in gestione penitenziaria che è tornato alla terra avviando in Lombardia l’azienda agricola San Giuda divenuta un’occasione del recupero per detenuti ma anche soggetti con disagi psichici, ex tossicodipendenti e ragazze madri.
Serena Vanzetti, della Cooperativa agricola Speranza in Piemonte, si aggiudica l’Oscar Energie per il futuro e la sostenibilità grazie a un progetto che ha permesso di utilizzare i reflui dell’allevamento per ricavare elettricità e biogas per assicurare il riscaldamento del Centro di ricerca sui tumori di Caldiolo (Torino), ma anche biocarburante per i camion.