18 Aprile 2014

Venerdi Santo e menu di pesce: in Emilia Romagna vince la tradizione

Il venerdì Santo il pesce è protagonista sulle tavole dell’Emilia Romagna. Più della metà dei consumatori crede nell’imprtanza di rispettare le tradizioni culturali e dalla Via Crucis al menu di pesce del venerdì Santo.

E’ quanto emerge da una indagine Coldiretti/Ixè sui consumi degli italiani alla vigilia della Pasqua. Per il solo venerdì, si stima - sottolinea la Coldiretti Impresapesca - un consumo complessivo di circa 1 milione di chili di pesce per una spesa di quasi 100 milioni di euro. Il 39 per cento dei consumatori si orienta su pesce italiano, il 12 per cento è indifferente alla provenienza mentre appena l’uno per cento ricerca prodotti ittici provenienti dall’estero.

Ad essere preferito è in questa occasione è soprattutto il pesce azzurro, dalle alici alle sardine fino agli sgombri venduti a prezzi contenuti secondo i criteri di sobrietà richiesti dalla ricorrenza pasquale, senza tuttavia rinunciare al gusto e alla salute per l’elevato contenuto di grassi insaturi e in particolare del tipo Omega3.

I menu del venerdì Santo saranno quelli tipici delle tradizioni locali cucinati secondo ricette tradizionali, dagli spaghetti alle vongole al brodetto alla Romagnola, dalle taglioline con calamaretti e broccoli alle seppie in umido.

Per effettuare acquisti di qualità al giusto prezzo il consiglio è, laddove possibile, di acquistare direttamente dal pescatore, o se da un attività commerciale verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere la zona di pesca, e scegliere la “zona Fao 37” se si vuole acquistare prodotto pescato del Mediterraneo, controllare che la carne del pesce abbia una consistenza soda ed elastica, che la pelle sia lucida, che le branchie abbiano un colore rosso o rosato e che siano umide e gli occhi non siano secchi o opachi o concavi, mentre l’odore non deve essere forte, sgradevole o con richiami all’odore dell’ammoniaca. Se si è in grado di conoscere bene le specie e la qualità è infine meglio non scegliere i pesci già mutilati della testa e delle pinne.

Secondo l'indagine di Coldiretti su dati Ismea il consumo domestico di pesce fresco naturale è calato del 5 per cento nel 2013 con riduzione degli acquisti familiari più rilevanti per alici (-11,1 per cento), calamari (-9,5 per cento), spigole (-7 per cento) e cozze o mitili (-5,4 per cento) mentre è da registrare il boom del baccalà (merluzzo salato proveniente dal nord Europa), in aumento del 19,6 per cento.