Ottime notizie per gli allevatori italiani che hanno dimostrato di saper gestire i propri livelli produttivi con molta professionalità, dando un forte segnale di stabilità della produzione, elemento fondamentale per ottenere la stabilizzazione dei prezzi. L’Italia, infatti non ha superato il livello di quota latte assegnato dall’UE che era fissato a 10,923 milioni di tonnellate: la nostra produzione si è fermata a 10.831 milioni di tonnellate di latte ceduto dagli allevatori alle latterie.
Questi appena riportati sono dati molto importanti, perché oltre a non ricevere multe salate, gli allevatori non avranno trattenute nemmeno da parte degli acquirenti. Il nostro Paese, in forte competizione con Germania, Olanda, Danimarca e Olanda, grandi produttori di latte, è riuscito a mantenere gli standard richiesti, mentre gli altri hanno abbondantemente superato le quote produttive facendo richiesta , alle proprie organizzazioni agricole, di un aumento del quantitativo assegnato.
Giorgio Apostoli, Capo Servizio Zootecnica della Confederazione Nazionale Coldiretti ha così commentato: “Lo sforzo degli allevatori italiani, è in parte vanificato dalle maggiori produzioni dei Paesi Europei, il rischio dalle prossime campagne, di assistere ad un incremento sostanziale della produzione di latte in Europa, è dunque quanto mai reale; pertanto le produzioni non tutelate da nessuna menzione dell’origine del latte in etichetta saranno maggiormente esposte alla concorrenza del latte estero sicuramente più concorrenziale del nostro”.
Sempre attuale dunque il discorso per quanto riguarda una maggior tutela del latte italiano, poiché “la difesa del latte italiano, passerà attraverso queste politiche oltre che nell’etica e sostenibilità delle pratiche di allevamento e nell’uso di alimenti OGM free, cercando di produrre latte con un valore aggiunto atto alle diverse destinazioni casearie in modo da rendere la nostra produzione sempre più distintiva rispetto ai competitori europei e mondiali. Parlare di cessazione delle quote latte, senza parlare della certezza di indicazione obbligatoria dell’origine, della lotta serrata all’agro-pirateria nel settore caseario, dell’istituzione e attivazione di vere filiere agricole italiane, potrebbe rappresentare, per gli allevatori italiani di bovine da latte, un grande problema”.