2 Marzo 2016

Vino, orgoglio Made in Italy: 2 bottiglie su 3 sono Doc

Negli ultimi 30 anni la produzione italiana di vino si è ridotta del 38% passando dai 76,8 milioni di ettolitri, agli attuali 47,4 milioni di ettolitri che hanno però permesso la conquista del primato mondiale nella produzione davanti ai cugini francesi. E’ quanto affermano Coldiretti e Fondazione Symbola sulla base del Dossier Accadde domani. A 30 anni dal metanolo il vino e il made in Italy verso la qualità.

All’indomani dello scandalo tra i diversi provvedimenti a tutela della qualità e sicurezza, viene emanato il D.L. 18 giugno 1986 n. 282 recante misure urgenti in materia di prevenzione e repressione delle sofisticazioni alimentari, convertito con modificazioni nella legge 7 agosto 1986 n.462 (tuttora vigente), con la quale si istituisce l’anagrafe vitivinicola su base regionale destinata a raccogliere per ciascuna delle imprese che producono, detengono, elaborano e commercializzano uve, mosti, mosti concentrati, vini, vermouth, vini aromatizzati e prodotti derivati, i dati relativi alle rispettive attività. Sono potenziati, inoltre, i servizi di controllo aumentando gli organici dei NAS, gli uffici periferici delle dogane e si istituisce presso l’allora Ministero dell’agricoltura e delle foreste, l’Ispettorato Centrale Repressione Frodi (oggi ICQRF) articolato in uffici interregionali, regionali e interprovinciali. Il risultato è che, il calo della produzione, è stato accompagnato da una crescente attenzione alla qualità con il primato dell’Italia in Europa per numero di vini con indicazione geografica (73 DOCG, 332 DOC e 118 IGT).
Se nell’1986 la quota di vini DOC e DOCG era pari al 10% della produzione, oggi è pari al 35%, e se si considerano anche i vini IGT, categoria nata dopo l’86, si arriva al 66%, in altre parole i 2/3 delle bottiglie.

Si stima che il vino offra durante l’anno, opportunità di lavoro a 1.200.000 italiani tra quanti sono impegnati direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse, di servizio e nell’indotto che si sono estese negli ambiti più diversi: dall’industria vetraria a quella dei tappi, dai trasporti alle assicurazioni, da quella degli accessori, come cavatappi e sciabole, dai vivai agli imballaggi, dalla ricerca e formazione alla divulgazione, dall’enoturismo, alla cosmetica e al mercato del benessere, dall’editoria alla pubblicità, dai programmi software fino alle bioenergie ottenute dai residui di potatura e dai sottoprodotti della vinificazione (vinacce e raspi).

"La produzione di vino è uno dei settori che attrae di più i giovani, che intendono investire in agricoltura - dichiara Maria Letizia Gardoni Presidente dei Giovani di Coldiretti - rappresentando un’importante sfida imprenditoriale, che parte dal forte legame con il territorio per spingersi alla scoperta dei più remoti mercati internazionali".

Secondo uno studio Coldiretti, la raccolta di un grappolo alimenta opportunità di lavoro in ben 18 settori:

1) agricoltura
2) industria trasformazione
3) commercio/ristorazione
4) vetro per bicchieri e bottiglie
5) lavorazione del sughero per tappi
6) trasporti
7) assicurazioni/credito/finanza
8) accessori come cavatappi, sciabole e etilometri
9) vivaismo
10) imballaggi come etichette e cartoni
11) ricerca/formazione/divulgazione
12) enoturismo
13) cosmetica
14) benessere/salute con l’enoterapia
15) editoriale
16) pubblicità
17) informatica
18) bioenergie.