26 Novembre 2015

Tutela Made in Italy: negli USA 99% dei formaggi italiani sono falsi

Made in Italy contraffatto: negli Stati Uniti il 99% dei formaggi di tipo italiano è tarocco nonostante il nome richiami esplicitamente le specialità casearie più note del nostro Paese: dalla Mozzarella alla Ricotta, dal Provolone all’Asiago, dal Pecorino Romano al Grana Padano, fino al Gorgonzola. E’ quanto emerge dallo studio Coldiretti, reso noto in occasione della presentazione delle linee fondanti della campagna del Governo per il contrasto a cosiddetto fenomeno dell’Italian Sounding, campagna avviata negli Stati Uniti, Canada e Messico.
La produzione di imitazioni dei formaggi italiani nel 2014 ha raggiunto negli Usa il quantitativo record di quasi 2228 milioni di Kg, con una crescita esponenziale negli ultimi 30 anni, tanto da aver superato addirittura la stessa produzione di formaggi americani come Cheddar, Colby, Monterrey e Jack che è risultata nello stesso anno pari a 2040 milioni di Kg.

Tra i formaggi italiani, ma Made in Usa più gettonati ci sono:

  • la mozzarella (79%),
  • il Provolone (7%) e
  • il Parmesan (6%), con quasi 2/3 della produzione realizzata in California e Wisconsin, mentre lo Stato di New York si colloca al terzo posto.

Uno scippo che riguarda anche denominazioni tutelate dall’Unione Europea, con la produzione di Parmesan statunitense che ha raggiunto i 144 milioni di Kg, circa la metà di quello originale realizzata in Italia.
Peraltro le esportazioni di formaggi italiani originali si sono invece fermate nel 2014 a circa 28 milioni di Kg, in calo del 6% rispetto all’anno precedente, anche a causa della concorrenza sleale delle imitazioni.
Se i nomi sono gli stessi, le caratteristiche sono profondamente differenti, perché i formaggi Made in Italy originali devono rispettare rigidi disciplinari di produzione, con regole per l’allevamento e la trasformazioni ed un sistema di controlli che non ha eguali.
Se gli Stati Uniti sono i leader della falsificazione, le imitazioni dei formaggi italiani sono molto diffuse dall’Australia al Sud America, ma anche sul mercato europeo e nei Paesi emergenti, dove spesso il falso è arrivato prima delle produzioni originali.
In questo contesto è particolarmente significativo il piano per l’export annunciato dal Governo che prevede, per la prima volta, azioni di contrasto all'Italian Sounding che trova nei formaggi la maggiore espressione a livello internazionale, tra tutti i prodotti agroalimentari Made in Italy.
A questa realtà se ne aggiunge però una ancora più insidiosa: quella dell’Italian Sounding di matrice italiana, che importa materia prima dai paesi più svariati, la trasforma e ne ricava prodotti che successivamente vende come italiani senza lasciare traccia, attraverso un meccanismo di dumping che danneggia e incrina il vero Made in Italy, perché non esiste ancora per tutti gli alimenti l‘obbligo di indicare la provenienza in etichetta. Proprio sul problema delle importazioni, recentemente è stata fatta una mobilitazione, ribattezzata Guerra del latte, alla quale hanno partecipato tantissimi nostri giovani. Lo scopo principale di tale battaglia è stato ( e lo è tuttora) quello di difendere la produzione del vero Made in Italy da quello spacciato per italiano, ma realizzato con ingredienti stranieri. Ad essere manipolati, sono soprattutto i formaggi, che vengono realizzati con polveri e cagliate provenienti dall’estero che di italiano non hanno assolutamente nulla.

In questo contesto è intervenuta anche Maria Letizia Gardoni, Delegata Nazionale dei Giovani Coldiretti, affermando che “tutelare il vero Made in Italy, vuol dire aprire la strada ad un futuro migliore per tutti quei ragazzi che intendono impegnarsi in agricoltura. Il settore agricolo, infatti, è un contenitore pieno di opportunità sia a livello economico che occupazionale, bisogna quindi fermare quelle politiche che favoriscono le truffe alimentari, che di fatto snaturano le caratteristiche e la qualità dei prodotti”.