7 Marzo 2017

Terremoto: ritardi nei bandi, stalle mobili scadenti, semine impossibili

A poco più di sei mesi dalla prima scossa di terremoto, si conta una vera strage di oltre diecimila animali morti, feriti e abortiti nelle aree colpite, a causa dell’effetto congiunto con la neve che ha provocato il crollo delle stalle e costretto gli animali al freddo e al gelo, con decessi, malattie e diffusi casi di aborto. E’ quanto emerge dal Dossier Coldiretti #stalletradite divulgato in occasione dell’arrivo degli agricoltori e degli allevatori delle aree terremotate del centro Italia, a Piazza Montecitorio insieme ai propri animali e ai prodotti salvati dalle macerie.

Ad oggi, quasi 9 animali sfollati su 10 (l’85%) non possono essere ospitati nelle stalle provvisorie annunciate e gli allevatori non sanno ancora dove ricoverare mucche, maiali e pecore sopravvissuti, costretti al freddo, con il rischio di ammalarsi e morire, o nelle strutture pericolanti; mentre si è ridotta del 30% la produzione di latte per lo stress provocato dal freddo e dalla paura delle scosse. Terremoto e neve hanno provocato anche un generale dissesto del territorio con ettari di terreno agricolo fertile franato, che non consente la normale coltivazione mentre l’interruzione della viabilità incide sul commercio delle produzioni salvate, ma ostacola anche la preparazione dei terreni da parte degli agricoltori. E’ il caso della semina delle lenticchie della Igp Castelluccio di Norcia che normalmente inizia nel mese di marzo, ma ci sono grosse preoccupazioni anche per la viabilità compromessa dal terremoto che costringe i produttori ad un vero percorso di guerra per raggiungere l’altipiano. In difficoltà sono pure le coltivazioni, dai pregiati ulivi “Doc” alle rinomate produzioni di cereali e legumi. Il patrimonio di ulivi delle aree terremotate dell’Abruzzo è stato praticamente decimato dall’effetti del maltempo con quasi 1 milione di piante d’olivo a terra. Per salvare aziende agricole e allevamenti, occorre recuperare gli inaccettabili ritardi accumulati nella realizzazione delle stalle e dei fienili previsti dai bandi regionali, ma nel filmato #stalletradite si denuncia anche la scarsa qualità delle stalle mobili. Una vera e propria galleria degli orrori fra teloni strappati alla prima raffica di vento, chiusure rotte o montate male, abbeveratoi sbagliati. E’ bastata qualche pioggia per allagare completamente le stalle provvisorie, rendendole delle vere e proprie vasche dove allevare più le trote che le pecore, mentre a qualche altra è franata addirittura la terra sotto. Solo poche decine hanno l’allaccio della luce e dell’acqua e sono funzionanti.

“E’ necessario un nuovo inizio per scongiurare il rischio concreto della desertificazione con una robusta cintura di sicurezza fondata sull’economia agricola e turistica, delle zone colpite ed in quelle immediatamente adiacenti” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel denunciare “una nervatura burocratica tanto pervasiva, quanto lontana e sorda nel recepire le esigenze determinate da un evento drammatico come il sisma”. Tantissimi anche i giovani imprenditori agricoli presenti alla mobilitazione: "I giovani sono la nuova forza motrice dell'agricoltura del nostro Paese - ha dichiarato Maria Letizia Gardoni, Delegata Nazionale dei Giovani di Coldiretti -  anche loro non vogliono abbandonare le aree colpite dal sisma, ma desiderano che la ricostruzione avvenga al più presto. La ripresa economica di quelle zone, è fondamentale per tanti ragazzi che, come loro, hanno puntato tutto il proprio futuro nel settore agricolo".

Danni alle strutture produttive

Marche Abruzzo Umbria Lazio Totale
Numero stalle inagibili 209 282 80 100 671
Numero fienili inagibili 128 500 34 60 722
Numero stalle temporanee installate 49 9 20 74 152
Numero stalle temporanee installate e funzionanti 6 0 20 7 33

Fonte: stime Coldiretti