29 Agosto 2016

Terremoto, il 90% delle stalle sono danneggiate

Ad Amatrice a seguito del terremoto il 90% delle stalle sono danneggiate con crolli che hanno provocato molte morti tra gli animali in un territorio dove vivono 2800 pecore e 3000 mucche che ora hanno bisogno di un riparo ma sono anche necessari per sopravvivere acqua potabile, mangimi, generatori di corrente, refrigeratori, carrelli per la mungitura, pali e filo elettrificato per le recinzioni. E’ quanto è emerso dal monitoraggio realizzato dalla Coldiretti in occasione degli incontri sull’emergenza terremoto che ha interessato un area dove sono presenti quasi mille aziende agricole ed allevamenti tra le campagne del Lazio, dell’Umbria e delle Marche. Lo stress provocato dalle scosse ha causato un crollo della produzione di latte.  Non solo stalle ma anche fienili e casolari sono lesionati o distrutti con gli allevatori che non li possono abbandonare e c’è bisogno di roulotte e tende per stare vicini agli animali che – sottolinea la Coldiretti - devono mangiare tutti i giorni e le mucche vanno munte due volte al giorno. Ma si temono anche - precisa la Coldiretti - furti ed abigeato nelle campagne isolate dove più difficile è l’attività di controllo della forza pubblica.

Grave è anche il problema della conservazione del latte con l’energia elettrica in tilt e le frane e smottamenti e strade rurali distrutte che impediscono la consegna con migliaia di litri che sono stati buttati in una situazione in cui - continua la Coldiretti - la produzione è calata anche a causa dello stress provocato negli animali dalle scosse continue. “Ammontano a milioni di euro i danni provocati dal sisma nelle campagne dove è necessario far ripartire l’attività in un territorio a prevalente economia agricola” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.

“In questa fase è importante garantire liquidità alle aziende agricole per assicurare continuità all’attività delle imprese agricole che non può essere interrotta nonostante le calamità perché gli animali devono mangiare ed il latte deve essere munto tutti i giorni. Occorre riconoscere la specificità dell’attività agricola e procedere al più presto alle verifiche dei danni con sostegni per la ricostruzione e per la perdita dei redditi” - ha sottolineato Moncalvo. “Moratoria dei debiti da parte degli Istituti di credito, sospensione delle bollette e delle scadenze fiscali e tributarie, anticipo delle risorse dovute dall’Unione Europea sono misure necessarie” - ha precisato Moncalvo – “per lenire una situazione di grave difficoltà e creare i presupposti per interventi di carattere strutturale riducendo al minimo la burocrazia. Le imprese agricole a differenza di quelle industriali sono obbligate a seguire i ritmi della natura e per questo non c’è neanche un giorno da attendere per evitare di perdere un tessuto produttivo fortemente integrato con il territorio”.

"L’accertamento dei danni del terremoto - ha dichiarato Maria Letizia Gardoni, delegato nazionale Coldiretti Giovani Impresa- è funzionale per attivare con tempismo gli interventi nazionali e comunitari per la ricostituzione del potenziale produttivo nonché per la corresponsione del mancato reddito per le imprese. Tali misure, necessarie per tutto il comparto produttivo, sono vitali per i giovani che già si trovano ad affrontare sfide importanti legate ai primi anni d'attività delle proprie imprese".

A sostegno della solidarietà tra agricoltori sul territorio con l’impiego di trattori e ruspe aziendali, la Coldiretti ha attivato una Unità di crisi per aiutare le aziende agricole colpite con la collaborazione dell’Associazione Italiana Allevatori (AIA) ma anche il cibo garantire l’alimentazione degli animali con l’aiuto dei Consorzi Agrari d’Italia (CAI). Per consentire ad agricoltori, cittadini, strutture economiche e cooperative lungo tutta la Penisola di collaborare in questa azione di solidarietà è stato aperto uno specifico conto corrente denominato “COLDIRETTI PRO-TERREMOTATI” (IBAN: IT 74 N 05704 03200 000000127000) dove indirizzare la raccolta di fondi.