L’ agricoltura è il solo settore che fa segnare una crescita del Pil ad un tasso del 0,6% che è il doppio da quello registrato con il vecchio sistema di calcolo.
E’ quanto afferma la Coldiretti, in riferimento all’adeguamento dell’Istat alle nuove normative europee per la definizione del Pil in Italia nel 2013.
Con il ricalcolo del prodotto interno lordo entra finalmente anche il valore aggiunto prodotto dalle nuove attività emergenti nelle aziende agricole come la produzione di energie rinnovabili (fotovoltaico e biomasse), le fattorie didattiche, gli agriasili, le attività ricreative come la cura dell’orto e i corsi di cucina in campagna, l’ agricoltura sociale per l’ inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, le vendite dirette anche nei mercati degli agricoltori cosiddetti farmer’s market, la sistemazione di parchi, giardini, strade e la cura del paesaggio.
Le nuove stime relative al settore agricolo hanno quindi contribuito a contenere l’attuale fase di recessione grazie alla determinazione con maggiore precisione del valore delle differenti attività connesse alla multifunzionalità agricola. Un risultato reso possibile grazie alla legge di orientamento (la numero 228 del 18 maggio 2001) fortemente sostenuta dalla Coldiretti, che ha di fatto rivoluzionato l’attività d’impresa nelle campagne italiane, aprendo nuove opportunità occupazionali.
Gli imprenditori agricoli oggi si possono occupare di attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti, alla loro vendita in azienda o nei mercati degli agricoltori, ma anche della fornitura di servizi alla pubblica amministrazione come i contratti realizzati da molti comuni per la cura del verde pubblico, che spesso viene affidata agli agricoltori.