Un’importante novità nella programmazione 2014-2020 della nuova PAC (Politica Agricola Comune), la politica dell’Unione Europea per lo sviluppo del settore agricolo, è data dall’inserimento nel primo pilastro di un sostegno obbligatorio ai giovani agricoltori, in aggiunta al pagamento di base. In particolare, potrà essere destinato a tale sostegno fino al 2% del massimale nazionale previsto per i pagamenti diretti, corrispondente a 75 milioni di euro per il periodo 2015-2020.
I soggetti che potranno usufruirne sono le persone fisiche under40, che si insediano per la prima volta in un’impresa nel ruolo di capo aziendale, o che si siano già insediate nei 5 anni che precedono la prima presentazione della domanda per aderire al regime del pagamento di base. Il sostegno è previsto per un periodo di 5 anni. Se l’insediamento è avvenuto precedentemente al 2015, il periodo in cui il beneficiario potrà ricevere il pagamento sarà proporzionalmente ridotto: per esempio, se l’insediamento è avvenuto nel 2013, il giovane potrà ricevere il pagamento solo per 3 anni.
Il primo pilastro della PAC è stato chiaramente strutturato in modo da agevolare e accompagnare la fase iniziale di vita delle nuove attività imprenditoriali.
Secondo quanto delineato dalle direttive nazionale, il pagamento è calcolato annualmente, moltiplicando il numero di diritti attivati dall’agricoltore per il 25% del valore medio dei diritti all’aiuto, di proprietà o in affitto detenuti dall’agricoltore. L’Italia ha optato per questo metodo in quanto è quello che consente un uso più esteso delle risorse. Il numero massimo di ettari ammissibili al pagamento è stato fissato pari a 90.
In merito al massimale, l’Italia ha scelto di destinare al pagamento per i giovani l’1% delle risorse, corrispondente alla quantità di risorse che presumibilmente verranno utilizzate con il metodo scelto (circa 1,02% del massimale nazionale). Così facendo si cerca di evitare una sottoutilizzazione delle risorse, che altrimenti tornerebbero nelle casse comunitarie. In caso di fabbisogni maggiori all’1%, si potrà accedere alla riserva nazionale per destinare un ulteriore 1% del massimale nazionale. In questo modo è comunque garantita la disponibilità massima di risorse per i giovani agricoltori.
Il sostegno più importante, però, resta quello previsto dal secondo pilastro. A beneficiare dei contributi messi a disposizione è la stessa tipologia di persona fisica del primo pilastro, ma in aggiunta deve possedere adeguate qualifiche e competenze professionali. Per poter accedere al sostegno, il giovane agricoltore deve presentare un piano di sviluppo aziendale, la cui attuazione deve iniziare entro 9 mesi dalla data prevista per la concessione di aiuto. È inoltre necessario soddisfare il requisito di agricoltore attivo previsto nel primo pilastro, che dovrà essere soddisfatto entro 18 mesi dalla data di insediamento. L’importo massimo del sostegno è pari a 70.000 euro per ogni giovane agricoltore e potrà essere erogato in almeno 2 rate, nell’arco di un periodo massimo di 5 anni. Le suddette rate possono essere decrescenti e il versamento dell’ultima rata è subordinato alla corretta attuazione del piano aziendale.
Le singole regioni hanno inviato i loro programmi alla Commissione Europea e sono in attesa delle osservazioni di quest’ultima, per poi procedere all’approvazione finale e all’apertura dei bandi. A tal proposito, auspichiamo che la procedura a livello comunitario e regionale termini al più presto – dichiara Maria Letizia Gardoni, delegata nazionale di Coldiretti Giovani Impresa – per andare incontro ai tanti giovani che attendono la loro possibilità di fare impresa nelle campagne italiane.
Per qualsiasi informazione e ulteriori approfondimenti, è possibile rivolgersi presso gli uffici territoriali di Coldiretti.