La libertà di non coltivare Ogm come ha fatto fino ad ora l’Italia, e come chiedono quasi 8 cittadini su 10 (76%) che si oppongono al biotech nei campi, è un’ottima chiusura del semestre di presidenza italiano dell’Unione. È quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, nel commentare positivamente il via libera finale dell'Europarlamento alla direttiva che consentirà ai Paesi membri dell'Ue di limitare o proibire la coltivazione di organismi geneticamente modificati (ogm) sul territorio nazionale, anche se questi sono autorizzati a livello europeo.
Siamo di fronte a un importante e atteso riconoscimento della sovranità degli Stati, che non si lasciano intimorire dal pressing e dalle ripetute provocazioni delle multinazionali del biotech. “L’Europa da un lato, le Alpi e il mare dall’altro, renderanno l’Italia” - precisa Moncalvo – “finalmente sicura da ogni contaminazione da Ogm, a tutela della straordinaria biodiversità e del patrimonio di distintività del Made in Italy”. “Per l’Italia, gli organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura” – continua Moncalvo – “non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell'omologazione e il grande nemico del Made in Italy”.
Nell’Unione Europea, nonostante la forte pressione delle lobbies che producono Ogm, nel 2013 sono rimasti solo 5 su 28 i paesi che continuano a coltivare Ogm (Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania), con appena 148mila ettari di mais transgenico MON810 piantati nel 2013 - la quasi totalità in Spagna (136.962 ettari). Si tratta quindi di fatto di un solo Paese, la Spagna , dove si coltiva un unico prodotto, il mais MON810.
La sicurezza dei prodotti alimentari Made in Italy si conferma una priorità nel quadro delle politiche agricole nazionali ed europee, come già dimostrato dal recente rapporto del Ministero della Salute sul controllo dei residui di prodotti fitosanitari negli alimenti relativi all’anno 2012, che ha proclamato l’Italia come il paese più sicuro in Europa e nel mondo. Gli agricoltori italiani sono infatti sempre più attenti alla salute dei consumatori, e i giovani imprenditori leggono nella parola agricoltura la traduzione di futuro e innovazione - afferma la delegata nazionale di Coldiretti Giovani Impresa Maria Letizia Gardoni. Il settore agricolo non solo - dati alla mano - è l’unico a resistere meglio alla crisi, ma è anche uno dei pochi che continua ad attrarre giovani brillanti e con un percorso di studi di tutto rispetto. A testimonianza del buon lavoro svolto dalla presidenza italiana anche il nuovo piano UE che prevede 3 punti fondamentali che agevolano moltissimo il lavoro nelle campagne:
Si tratta di strumenti messi a disposizione per far sì che i giovani agricoltori che hanno appena iniziato un percorso imprenditoriale, possano avere garanzie concrete a sostegno della propria attività.
Il sostegno ai giovani potrebbe passare anche da un accesso più semplice alla terra, come la concessione di prestiti a tasso zero, per l’acquisto di terreni.