Dopo un 2014 in cui abbiamo assistito al drastico crollo nella produzione Made in Italy di miele, in particolare quello di acacia, castagna, agrumi e millefiori, praticamente dimezzata (-50%) a causa dell’andamento climatico anomalo e delle malattie, arriva una notizia positiva.
Prende avvio oggi - lunedì 19 gennaio - l’anagrafe delle api italiane, un’importante innovazione nata per garantire maggiore trasparenza attraverso processi di rintracciabilità, e che offre agli apicoltori la possibilità di registrarsi sul portale del Sistema informativo veterinario (accessibile dal portale del Ministero della Salute). Le informazioni immagazzinate da questo sistema saranno numerose: operatori delle Asl, aziende e allevatori potranno accedere e registrare la loro attività, comunicare una nuova apertura, specificare la consistenza degli apiari, il numero di arnie e le movimentazioni per compravendite.
Il settore dell’apicoltura, come detto in precedenza, ha subito gravi danni nel 2014 per effetto dei violenti maltempi, ma anche per l’invasione dell’insetto killer delle api, il coleottero Aethina tumida, che mangia il miele, il polline e soprattutto la covata, annientando la popolazione di api o costringendola ad abbandonare l'alveare.
Secondi i dati Istat relativi ai primi 9 mesi del 2014, al crollo dei raccolti nazionali ha fatto seguito l’aumento del 17% delle importazioni dall’estero di miele naturale, mentre le esportazioni sono crollate del 26%.
Il risultato è che i barattoli di miele venduti nei negozi e nei supermercati italiani contengono in realtà miele straniero in 2 casi su 3.
A preoccupare è peraltro il fatto che più di 1/3 del miele importato proviene dall’Ungheria, quasi il 15% dalla Cina, ma anche da Romania, Argentina e Spagna, dove sono permesse coltivazioni Ogm che possono contaminare il polline senza alcuna indicazione in etichetta.
Per acquistare miele Made in Italy è bene verificare sempre l’etichetta. Il miele prodotto sul territorio nazionale, dove invece non sono ammesse coltivazioni Ogm, è infatti riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria per legge, fortemente sostenuta dalla Coldiretti. La parola Italia deve essere presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale, mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell'Unione Europea, l'etichetta deve riportare l'indicazione miscela di mieli originari della CE. Se invece si tratta di prodotti apistici di Paesi extracomunitari deve esserci la scritta miscela di mieli non originari della CE, mentre nel caso di un mix la dicitura è miscela di mieli originari e non originari della CE.