Crollano del 23% in un mese le esportazioni di prodotti Made in Italy in Russia, per effetto congiunto dell’embargo sui prodotti agroalimentari e del forte rallentamento dell’economia. Il deprezzamento del rublo, confermato dall'aggiornamento del World Economic Outlook del Fondo monetario internazionale (FMI), ha ridimensionato le previsioni sul Pil di Mosca: la stima del 3,5% per il 2015 si è ridotta al -3%, mentre il 2,5% per il 2016 si è abbassato al -1% . È quanto emerge da un’analisi sulla base dei dati Istat relativi al mese di novembre 2014, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Se i settori più colpiti sono chiaramente quelli interessati dall’embargo, che ha sancito il divieto d’ingresso per una lunga lista di prodotti agroalimentari (che comprende frutta e verdura, formaggi, carne e salumi ma anche pesce), perdite di considerevoli quote di mercato si registrano anche in altri importanti comparti. A novembre, le esportazioni italiane hanno subito un consistente crollo:
Nell’agroalimentare, si sommano anche i danni indiretti dovuti alla svalutazione dell’immagine e del mercato Made in Italy, provocata dalla diffusione in Russia delle imitazioni di prodotti tipici ed eccellenze enogastronomiche italiane, che non hanno nulla a che fare con il Bel Paese. Lo stop alle importazioni di frutta, verdura, salumi e formaggi dall’Italia ha infatti provocato in Russia un vero boom nella produzione di prodotti Made in Italy taroccati: dal salame Italia alla mozzarella Casa Italia, dalla robiola Unagrande all’insalata Buona Italia, ma anche la mortadella Milano o il Parmesan Pirpacchi - tutti caratterizzati dal lampante richiamo alle prelibatezze tricolori e rigorosamente Made in Russia.