Italian sounding o in altre parole l’utilizzo improprio parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia su prodotti che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale, continua la sua inesorabile corsa nel danneggiare il vero Made in Italy.
E’ questa la volta di prodotti come Pasta Ciao, passata Tomatino o Parmigiano tarocco ed altre decine di prodotti fasulli che sono stati ritirati dall’Anuga la più grande fiera del mondo dedicata al food a Colonia, dopo la denuncia di Federalimentare. Con i prodotti italian sounding che hanno raggiunto il valore di 60 miliardi nel mondo occorre mettere in atto strumenti in grado di difendere il nostro patrimonio nazionale dell’agropirateria internazionale. Un obiettivo questo che si potrà raggiungere solo attraverso misure idonee a garantire trasparenza dell’informazione, dalle etichette alle fiere.
La presenza di prodotti come Pasta Ciao, passata Tomatino o Parmigiano tarocco rappresenta un inaccettabile danno all’immagine del Made in Italy a tavola, poiché non solo rubano mercato e posti di lavoro a tutta la filiera agroalimentare italiana, ma ingannano i consumatori di tutto il mondo.
Tutto ciò acquisisce maggior rilevanza alla luce dei dati Istat relativi a commercio estero regionale nel primo trimestre del 2017, dai quali emerge un record storico per il Made in Italy all’estero con una crescita media dell’8% spinta soprattutto dal nord ovest (+13,1%) e dal nord est (+7,4%), ma crescono anche il centro Italia nonostante il terremoto (+4,2%) e il mezzogiorno e isole (+1.7%).
Le esportazioni di prodotti agroalimentari tricolori potrebbero triplicare se venisse uno stop alla contraffazione alimentare internazionale, sono falsi quasi due prodotti alimentari di tipo italiano su tre. Un danno quello dei prodotti dell’Italian sounding che si unisce a quello delle agromafie, un business nel 2017 salito a 21,8 miliardi di euro (+ 30%) con attività che riguardano l’intera filiera del cibo, della sua produzione, trasporto, distribuzione e vendita.
In testa alla classifica dei prodotti più taroccati ci sono i formaggi a denominazione di origine Dop a partire dal Parmigiano Reggiano e dal Grana Padano, ma anche il Provolone, il Gorgonzola, il Pecorino Romano, l’Asiago o la Fontina. Poi ci sono i salumi più prestigiosi dal Parma al San Daniele che spesso “clonati”, ma anche gli extravergini di oliva e le conserve.