A tre mesi esatti dalla richiesta ufficiale - con tanto di corteo acqueo in Canal Grande, per chiedere la banca della terra al Consiglio regionale - i giovani agricoltori di Coldiretti Veneto hanno alzato un cartello con la scritta Grazie e sventolato i loro fazzoletti gialli dopo aver assistito, in diretta, all’approvazione della legge 403, la norma che svincola gli appezzamenti di proprietà pubblica e le parcelle incolte o abbandonate.
“Siamo pronti a ridare fertilità a questi campi – ha detto il delegato degli under 30 Andrea Barbetta ancora studente e già imprenditore agricolo – ora attendiamo il regolamento e di conseguenza le gare per l’assegnazione dei terreni. Confidiamo nella priorità alle nuove generazioni perché non possiamo competere con le grandi disponibilità economiche di aziende ben strutturate, ma in cambio diamo l’intraprendenza e prospettive occupazionali di lungo termine”.
Secondo i dati dei neo coltivatori di Coldiretti si tratta di almeno 15 mila ettari gestiti da 135 enti pubblici, su un totale di una superficie pari a 811.440 ettari lavorata da circa 120 mila aziende. Queste proprietà, seppur utilizzate, sono un patrimonio che da questo momento in poi possono essere messe in trasparenza e magari addirittura on line, così da individuarle e addirittura partecipare ad eventuali appalti. Il provvedimento è in linea con il decreto applicativo della legge del 2012, che prevede la cessione dei fondi al fine di togliere allo Stato il compito improprio di coltivare la terra. Questo atto renderà disponibili risorse per lo sviluppo, ma soprattutto avrà il vantaggio di calmierare il prezzo degli ettari, stimolare la crescita, l’occupazione e la redditività delle imprese agricole che rappresentano una leva competitiva determinante per la crescita del Paese.