Nel 2016 in Italia il numero imprese agricole condotte da giovani agricoltori, è pari a 50.543, ovvero l’8.4% del totale del settore. L’agricoltura si colloca al secondo posto, dopo il commercio al dettaglio, nella “top five” dei settori preferiti dai giovani imprenditori con 7.094 nuove aziende tra agricoltura e allevamento che rappresentano il 10% del totale. In termini di localizzazione geografica, le imprese agricole si trovano maggiormente al Sud e sulle isole (26.587) il resto è ripartito equamente tra Nord-Ovest, Nord-Est e Centro. Le aziende condotte da giovani agricoltori presentano, rispetto alla media nazionale, una serie di primati in termini di superficie aziendale (+54%), fatturato (+75%) e occupati (+50%). Ulteriori peculiarità si ritrovano nel livello d’istruzione, ben la metà delle new entry giovani è laureata e il 57% fa innovazione. Un ricambio generazionale a tutto tondo che ha visto crescere del 76% il numero delle giovani italiane che hanno scelto di lavorare in agricoltura. Questi i temi toccati da Maria Letizia Gardoni, Delegata Nazionale dei Giovani Agricoltori di Coldiretti, durante il suo intervento alla puntata dedicata ai giovani agricoltori di Rai Parlamento. Di seguito l'intervista, punto per punto.
D. Come mai i giovani hanno riscoperto la passione per i campi?
R. Perché oggi l’agricoltura è una professione, un lavoro che permette ad un giovane di realizzarsi sia dal punto di vista professionale che personale, perché in Paese come il nostro che è fatto di buon cibo, di tradizioni, di qualità di distintività, una professione come quella dell’imprenditore agricolo è una professione che può permetterti di avere una prospettiva futura. Negli ultimi anni sono state costruite delle politiche ad hoc, e il lavoro costante di una organizzazione come la mia, Coldiretti, che ha saputo raccontare il valore non solo economico, ma anche sociale e culturale di questo mestiere.
D. Quale delle Misure contenute nella legge di bilancio secondo voi è la più valida?
R. La misura decontributiva per quanto riguarda i giovani imprenditori agricoli under 40. Una misura che a noi sta molto a cuore perché è stata presentata dai giovani di Coldiretti nel luglio del 2016 ed è stata consegnata direttamente nella mani del Ministro Martina che poi ne ha fatto una realtà concreta ed è una novità perché non è mai stata attuata una misura del genere negli anni precedenti nel settore agricolo. Una decontribuzione importante che vale circa 72 milioni di euro perché porta alla decontribuzione totale per i giovani imprenditori agricoli nei primi 2 anni di attività e poi un 66% e un 50% nei rimanenti 2 anni di attività.
D.Nuove Imprese Giovanili, nel 2016 crescono maggiormente nel mezzogiorno, come è possibile?
R. E’ un dato che ci fa capire che il settore agricolo è in grado di avere risposte positive soprattutto a un sud Italia che spesso non riesce ad emergere nei dati economici del nostro Paese. Siamo felici non solo che i giovani del sud non solo restano nel mezzogiorno, ma che aprono nuove imprese.
D.Quali difficoltà evidenziare?
R. Come giovani imprenditori ci stiamo rendendo conto che nel nostro settore sono rimasti ancora alcuni ostacoli da dover affrontare soprattutto per chi si avvicina a questo mondo, partendo da 0 o comunque volendo reinterpretare l’azienda propria di famiglia. Viviamo in un territorio come il nostro Paese , molto particolare dal punto di vista di conformazione geografica. Ad oggi la terra disponibile è scarsa, quella che lo è ha dei costi inaccessibili da parte di un giovane che vuole avviare un’attività da zero. Poi c’è il discorso della formazione: nel nostro Paese ancora non si insegna negli istituiti superiori, nelle facoltà a diventare imprenditori, ma soprattutto per quanto riguarda la formazione nel settore agricolo le ultime risorse che sono state stanziate , risalgono ormai al lontano 2011. Da qui poi anche la questione del ricambio generazionale noi siamo tanti giovani imprenditori in Italia ad essere diventati giovani imprenditori agricoli, ma ci sono oltre 70mila aziende condotte ancora da over 65. Bisognerebbe immaginare qualche strumento che possa agevolare il passaggio di proprietà.