Secondo un’indagine Coldiretti/Ixè, divulgata in occasione della giornata di prevenzione dello spreco alimentare in Italia istituita dal Ministero dell’Ambiente, 6 italiani su 10 (60%) hanno diminuito o annullato gli sprechi domestici nel 2014. Questa tendenza positiva è stata favorita dalla crisi economica, ma molto resta ancora da fare: si stima che ogni italiano abbia comunque buttato nel bidone della spazzatura ben 76kg di prodotti alimentari durante l’anno.
Tra chi ha tagliato gli sprechi:
La tendenza a ridurre gli sprechi cresce anche fuori dalle mura domestiche, con 1 italiano su 3 (33%) che quando esce dal ristorante non ha problemi a portarsi a casa gli avanzi con la cosiddetta doggy bag. Secondo l’indagine online condotta sul sito www.coldiretti.it, tra questi il 10% lo fa regolarmente, mentre il 23% solo qualche volta. Si evidenzia inoltre che una fetta rilevante della popolazione (24%) quando va a mangiare fuori lascia sulla tavola gli avanzi, semplicemente perché si vergogna di chiederli. La ristorazione comunque si attrezza e in un numero crescente di esercizi, per evitare imbarazzi, si chiede riservatamente al cliente se desidera portare a casa il cibo o le bottiglie di vino non finite, mettendo a disposizione confezioni o vaschette ad hoc.
Si moltiplicano peraltro le iniziative per la raccolta dei cibi avanzati in ristoranti, mense e pizzerie, ma anche di prodotti vicini alla scadenza, offerti da negozi e supermercati da destinare ai più bisognosi.
Secondo un’analisi su dati FAO, 1/3 del cibo prodotto viene sprecato, per un totale di 1,3 miliardi di tonnellate a livello mondiale, una quantità che sarebbe ampiamente sufficiente a sfamare la popolazione che soffre di fame cronica. Gli sprechi alimentari hanno raggiunto le 670 milioni di tonnellate nei paesi industrializzati e le 630 milioni di tonnellate in quelli in via di sviluppo.
Ogni anno, il cibo che viene prodotto ma non consumato, causa lo sperpero di un volume di acqua pari al flusso annuo di un fiume come il Volga, utilizza 1,4 miliardi di ettari di terreno - quasi il 30% della superficie agricola mondiale - ed è responsabile della produzione di 3,3 miliardi di tonnellate di gas serra.
“Combattere lo spreco alimentare” ha affermato Maria Letizia Gardoni, delegato nazionale di Coldiretti Giovani Impresa, “è un dovere che abbiamo tutti per favorire l’affermarsi di un nuovo modello di sviluppo sostenibile dalla terra alla tavola, che preveda la crescita a livello globale di un’agricoltura legata ai territori e un consumo del cibo consapevole”.