18 Settembre 2014

Falso Made in Italy: paura a tavola per il 71% degli italiani

Le contraffazioni a tavola sono quelle più temute dagli italiani con 7 cittadini su 10 (71%) in allarme per le alterazioni, le contraffazioni e le falsificazioni dei prodotti alimentari. E’ quanto afferma la Coldiretti nell’esprimere apprezzamento per l’attività di controllo nell’agroalimentare effettuata dagli organismi collegati al Mipaaf presentata dal Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina. “Gli ottimi risultati dell'attività svolte, confermano l'efficacia del sistema di controlli che ha garantito all’Italia il primato nella sicurezza alimentare” ha affermato il Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che si tratta “di un crimine particolarmente odioso perché si fonda sull'inganno e colpisce soprattutto quanti dispongono di una ridotta capacità di spesa e sono costretti a rivolgersi ad alimenti a basso costo.”

Un segmento è notevolmente cresciuto negli anni della crisi, come dimostra il fatto che 2 italiani su 3 (67%) hanno tagliato la spesa in qualità e quantità, con tre milioni di famiglie costrette a fare acquisti negli hard discount, in aumento del 48% rispetto all’inizio della crisi. Dietro questi prodotti a basso prezzo spesso si nascondono, anche, ricette modificate o l’uso di ingredienti di minore qualità, ma possono a volte mascherare anche vere e proprie illegalità, come è confermato dall’escalation dei sequestri.

Nel caso degli alimentary, il reato di contraffazione è più grave perché si possono avere anche pericolosi effetti sulla salute e, spesso a differenza degli altri prodotti, la vendita di prodotti taroccati avviene all’insaputa dell’acquirente che su oltre la metà della spesa legge Made in italy sulla confezione ma non può sapere se l’origine dei prodotti agricoli contenuti è realmente italiana.
Per questo occorre studiare a fondo il fenomeno per supportare l’ottima e costante attività delle forze dell’ordine e stringere le maglie larghe della legislazione nazionale e comunitaria, con l’estensione a tutti i prodotti - conclude il presidente delle Coldiretti Roberto Moncalvo - dell’obbligo di indicare in etichetta la provenienza delle materie prime impiegate negli alimenti.