18 Maggio 2015

Expo 2015: l’agricoltura italiana è la più green d’Europa

L’agricoltura italiana è diventata la più green d’Europa, grazie alla sua leadership nel numero di imprese che coltivano biologico e la più vasta rete di aziende agricole e mercati di vendita a km 0, che non devono percorrere lunghe distanza con mezzi di trasporto inquinanti. Tra i primati del Made in Italy c’è anche quello del maggior numero di certificazioni alimentari a livello comunitario per prodotti a denominazione di origine Dop/Igp, che salvaguardano tradizione e biodiversità, ma anche la minor incidenza di prodotti agroalimentari con residui chimici fuori norma e la decisione di non coltivare organismi geneticamente modificati (ogm), come avviene in 23 Paesi sui 28 dell’Unione Europea.
Sono questi i dati emersi nell’incontro L’agricoltura che sconfigge la crisi, la sfida della multifunzionalità, organizzato ad Expo da Coldiretti e Univerde, a 14 anni dall’approvazione della legge di orientamento (la numero 228 del 18 maggio 2001) che ha rivoluzionato l’attività agricola. L’Italia è l’unico Paese che può vantare 271 prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp) superiori a quelle registrate dalla Francia, su ben 43.852 imprese biologiche pari al 17% di quelle europee, ma è anche al vertice della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,2%), quota inferiore di quasi 10 volte rispetto alla media europea (1,9%) e di oltre 30 volte quella dei prodotti extracomunitari (6,3%).

La rete di vendita diretta degli agricoltori di Campagna Amica ha quasi 10mila riferimenti, offrendo la possibilità di acquistare lungo tutta la Penisola prodotti alimentari a km 0, con un’azione di sostegno alle realtà territoriali e un impegno contro l’inquinamento ambientale per i trasporti, che non ha eguali negli altri Paesi dell’Unione e nel mondo. Un percorso reso possibile dal grande sforzo di rinnovamento dell’agricoltura italiana, dove 1 impresa su 3 è nata negli ultimi 10 anni con una decisa tendenza alla multifunzionalità, dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasili, ma anche le attività ricreative come la cura dell’orto e i corsi di cucina in campagna, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la cura del paesaggio, di parchi, giardini, strade o la produzione di energie rinnovabili. Opportunità rese possibili dalla legge di orientamento, che ha allargato i confini dell’attività agricola e rivoluzionato le campagne italiane, aprendo nuove opportunità occupazionali nell'agribenessere, nella tutela ambientale, nel risparmio energetico, nel recupero degli scarti, nelle attività sociali, dagli agriasili fino alla pet therapy.

Un cambiamento che è stato recentemente riconosciuto anche dall’Istat, che ha proceduto a una rivalutazione del valore aggiunto del settore agricolo pari al 7,5% (con un impatto positivo sul Pil di 0,1 punti percentuali) per considerare le nuove attività emergenti, come la produzione di energie rinnovabili (essenzialmente fotovoltaico e biomasse), le fattorie didattiche, le attività ricreative, l’artigianato in azienda, l’agricoltura sociale, le vendite dirette, la produzione di mangimi, la sistemazione di parchi e giardini, la manutenzione del territorio e del paesaggio. A cogliere queste opportunità sono soprattutto i giovani, come dimostra un’indagine Coldiretti che evidenzia un aumento congiunturale dell'1,5% delle imprese agricole condotte da under 35 nell’ultimo trimestre del 2014, salite a 49871, il 70% delle quali svolge attività multifunzionali. "Il successo dell'agricoltura italiana sta nella sostenibilità, nella straordinaria qualità con caratteri distintivi unici, una varietà e un’articolazione sul territorio che non hanno uguali al mondo” ha affermato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel sottolineare che “l’Expo è un’enorme occasione per ripensare a fondo il sistema di produzione e di distribuzione del cibo, per perseguire a livello globale un modello di sviluppo sostenibile attento all'ambiente, che garantisca un sistema di tutela sociale ed economica in grado di assicurare un futuro all’agricoltura e un cibo sicuro e accessibile a tutti, in Italia e nei Paesi più poveri”.

I PRIMATI GREEN DELL’AGRICOLTURA ITALIANA

1)   L’agricoltura italiana è tra le più sostenibili. Con 814 tonnellate per ogni milione di euro prodotto dal settore, non solo l’agricoltura nazionale emette il 35% di gas serra in meno della media UE, con risultati decisamente migliori rispetto alle altre nazioni europee: 12% di gas serra in meno rispetto alla Spagna, 35% in meno della Francia, 39% meno della Germania e ben il 58% in meno rispetto al Regno Unito

2)   L’Italia è al vertice della sicurezza alimentare mondiale. Siamo il paese che conta il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici (0,2%), un terzo in meno rispetto all’anno precedente. La quota italiana è inferiore di quasi 10 volte rispetto alla media europea (1,9%), aumentata di circa un terzo rispetto all’anno prima, e oltre 30 volte minore rispetto a quella dei prodotti extracomunitari (6,3%)

3)   L’Italia è il primo paese europeo per numero di agricoltori biologici. Con 43.852 imprese biologiche, siamo i campioni europei del settore rappresentandone il 17%, seguiti da Spagna (12% dell’UE con 30.462 imprese) e Polonia (10% dell’UE con 25.944 aziende)

4)   L’Italia è il Paese più forte al mondo per prodotti distintivi, con 268 prodotti Dop e Igp e 4.813 specialità tradizionali regionali, seguita a distanza da Francia (207) e Spagna (162). Nel solo settore viticolo, l’Italia conta ben 332 vini Doc, 73 Docg e 118 Igt

5)   L’Italia dispone della più ampia rete di fattorie e mercati degli agricoltori in vendita diretta a km0, che abbatte l’inquinamento determinato dai trasporti, con quasi 10mila riferimenti della rete di Campagna Amica (scarica l’App farmersforyou).

(Fonte: Coldiretti)