L’ etichettatura di origine obbligatoria per il grano usato per produrre la pasta risponde alle richieste di 8 italiani su 10 che la ritengono necessaria per smascherare l’inganno del prodotto straniero spacciato per italiano in una situazione in cui un pacco di penne e spaghetti su tre contiene prodotto straniero senza che si sappia. È quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo in occasione dell’annuncio fatto dal premier Matteo Renzi dell’invio a Bruxelles del decreto per l'introduzione dell'obbligo di indicare in etichetta il Paese di coltivazione del grano per la produzione della pasta.
Un provvedimento, anticipato agli agricoltori della Coldiretti, che festeggia il sesto compleanno dall’iscrizione della dieta mediterranea nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità da parte dell’Unesco avvenuta il 17 novembre 2010. Si tratta - sottolinea Moncalvo - di una necessità per fermare le speculazioni che nell’ultimo anno in piena campagna hanno provocato il crollo del prezzo del grano duro destinato alla pasta che viene pagato in Italia anche 18 centesimi al chilo con un calo netto del 38 per cento rispetto allo scorso anno, su valori ben al di sotto dei costi di produzione e un “crack” da 700 milioni di euro per il granaio Italia.
In pericolo - precisa Moncalvo - non ci sono solo la produzione di grano e la vita di oltre trecentomila aziende agricole che lo coltivano ma anche un territorio di 2 milioni di ettari a rischio desertificazione e gli alti livelli qualitativi per i consumatori garantiti dalla produzione Made in Italy.
L’Italia - ricorda la Coldiretti - è il principale produttore europeo di grano duro, destinato alla pasta con 4,9 milioni di tonnellate su una superficie coltivata pari a circa 1,3 milioni di ettari che si concentra nell’Italia meridionale, soprattutto in Puglia e Sicilia che da sole rappresentano il 42% della produzione nazionale, seguite dalle Marche. Nonostante ciò sono ben 2,3 milioni di tonnellate di grano duro che arrivano dall’estero in un anno senza che questo venga reso noto ai consumatori in etichetta.
“E’ necessario che la Commissione agisca in tempi stretti, ha dichiarato Maria Letizia Gardoni, presidente dei giovani agricoltori di Coldiretti, per garantire finalmente la giusta trasparenza in un comparto dell’agroalimentare che ha reso l’Italia celebre in tutto il mondo. L'etichettatura d'origine del grano usato per la pasta non solo permetterà ai consumatori di compiere scelte consapevoli ma premierà il lavoro di tanti giovani agricoltori che hanno deciso di investire il proprio futuro in questa filiera operandosi per far giungere sulle tavole dei consumatori un prodotto genuino e di qualità”.
L’81 % dei consumatori italiani – conclude la Coldiretti - ritiene che la mancanza di etichettatura di origine nella pasta possa essere ingannevole sulla base della consultazione pubblica on line sull'etichettatura dei prodotti agroalimentari condotta dal Ministero delle Politiche Agricole che ha coinvolto 26.547 partecipanti sul sito del Ministero delle Politiche Agricole.