24 Marzo 2017

Dieta Mediterranea ed i suoi primati, ML Gardoni ne parla a Uno Mattina

Iscritta dal 2010 nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco la dieta mediterranea è nell’immaginario collettivo sinonimo di equilibrio, salute e longevità. Un primato riconosciuto anche dalla Classifica “Bloomberg Global Health Index” effettuata su163 Paesi che colloca l'Italia al vertice dei Paesi con la popolazione maggiormente in salute e sana a livello mondiale.

La dieta mediterranea fondata principalmente su pane, pasta, frutta, verdura, carne, olio extravergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari ha consentito agli italiani fino ad ora - dichiara Coldiretti - di conquistare il record nella longevità: nell’Unione Europea l’Italia si colloca al primo posto con 80,3 anni per gli uomini e al terzo per le donne con 85,2 anni.

Nel 2016 gli italiani hanno acquistato frutta e verdura pari a 8,27 milioni di tonnellate per una spesa totale di oltre 13,7 miliari di euro. Sul podio della frutta più richiesta salgono nell’ordine le mele che hanno totalizzato 825 mila tonnellate di consumo (+2% sull'anno precedente) e le arance con poco più di 550 mila tonnellate circa il +2% sullo scorso anno, secondo l’Osservatorio Macfrut che evidenzia come l'ortaggio più acquistato siano le patate che chiudono il 2016 con un +3% sul 2015. Un vero e proprio boom dei consumi di frutta e verdura che hanno raggiunto il massimo dell’ultimo quadriennio per effetto di un aumento annuale medio di 3 chili di frutta e verdura per persona. Il risultato è che – conclude la Coldiretti - quest’anno il consumo pro-capite di frutta e verdura sfiorerà i 320 chili a testa.

Non solo in Italia ma nel mondo è aumentato il numero dei consumatori attento alla propria dieta scegliendo e premiando i principi della dieta mediterranea, tanto che è stato registrato un aumento del 36% nel valore delle esportazioni dei prodotti base della dieta mediterranea Made in Italy che hanno conquistato nuovi mercati:

  • olio di oliva (+47%);
  • vino (+45%)
  • pasta (+28%)
  • frutta (+26%)
  • conserve di pomodoro (+14%)
  • ortaggi (+9%)

Di dieta mediterranea ne hanno parlato Maria Letizia Gardoni, Presidente dei giovani agricoltori di Coldiretti ospite assieme al Proff. Giorgio Calabrese, noto nutrizionista ed esperto di dieta mediterranea alla trasmissione Uno Mattina. Ecco cosa ha detto.

D. Quali sono i prodotti che sono andati forte sulle nostre tavole nel 2016?

R. Il 2016 ha visto la riscoperta da parte dei consumatori italiani del cibo sano con un incremento degli acquisti di pese fresco (+5%), frutta e ortaggi (+2%). Secondo uno studio di Coldiretti ogni persona in un anno ne consuma circa 320 kg. Un dato che fa ben sperare e racconta la tendenza al consumo degli italiani che hanno capito il valore della nostra dieta mediterranea rendendola no stile di vita.

La dieta mediterranea è un fiore all’occhiello per il nostro Paese tanto che l’essere stata insignita patrimonio dell’umanità da ulteriore valore a questa dieta che di fatto ci rende più longevi, sani e felici perché la felicità passa per il buon cibo e per il saper vivere italiano.

D. Come facciamo a sapere che il cibo che portiamo sulle nostre tavole è italiano? All’interno di questo positivo aumento di frutta e verdura, quanta componente c’è di BIO?

R. Per quanto riguarda la prima domanda, la risposta è un tasto molto dolente, in quanto attiene alle distorsioni legate agli accordi commerciali e ai flussi di cibo che ogni giorno entrano nel nostro Paese. Negli ultimi anni Coldiretti ne ha fatto una battaglia e speriamo di riuscire a breve a raccogliere risultati importanti. Risultati che portano il nome di etichettatura d’origine, strumento economico e d’informazione importantissimo per produttori e consumatori perché garantisce trasparenza su ciò che portiamo sulle nostre tavole. L’etichettatura di origine è importante non solo per garantire una concorrenza leale tra produzione nazionale ed estera ma anche perché l’Italia ha un primato in qualità e sicurezza alimentare che nessun altro ha. Il cibo italiano è più sano e più sostenibile dal punto di vista ambientale, culturale e sociale.

In tema di biologico, in Italia esistono circa 50mila aziende che producono in regime biologico facendo del nostro Paese il primo in Europa per numero di operatori biologici.

Si tratta di una tendenza rilevata da circa 10 anni; oggi sono circa 13milioni i consumatori che almeno 1 volta a settimana mangiano biologico. Si tratta dunque di un comparto interessante, soprattutto in considerazione del fatto che in Italia il biologico esiste veramente in quanto chi lo fa sono le piccole aziende che applicano alla lettera i rigidi disciplinari. Purtroppo però dobbiamo fare i conti con l’importazione di finto biologico che sporca il lavoro onesto di tanti produttori italiani ed è anche per questo che serve un’etichettatura più trasparente possibile.

D.Scegliere biologico significa scegliere sempre un prodotto più sano?

R. Sì in quanto il disciplinare biologico prevede di fatto l’abbandono della chimica aspirando a lavorare in un ecosistema il più possibile equilibrato. L’agricoltura biologica di fatto racconta una nuova idea di fare agricoltura. Tuttavia è importante ricordare che in Italia anche chi si occupa di agricoltura tradizionale applica in maniera rigorosa dei disciplinari e pertanto, sebbene sia ammesso l’utilizzo di prodotti di sintesi chimici, i residui trovati sugli alimenti sono di gran lunga inferiori a quelli minimi previsti dall’Unione europea.