Due italiani su tre (67%) hanno tagliato la spesa in qualità e quantità, con pesanti effetti su tutta la filiera agroalimentare dal campo alla tavola.
E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sui dati Istat sul commercio al dettaglio a giugno dai quali emerge rispetto allo scorso anno, un crollo record delle vendite nei piccoli negozi alimentari (-5 %) ma addirittura anche nella grande distribuzione alimentare (-1,4%) mentre si salvano soloi discount (+0,5 %).
Le difficoltà economiche hanno obbligato gli italiani a tagliare anche la spesa con tre milioni di famiglie costrette a fare acquisti negli hard discount, in aumento del 48% rispetto all’inizio della crisi. A cambiare non è solo la qualità dei prodotti acquistati, ma nel primo semestre del 2014 il carrello della spesa si è ulteriormente svuotato con una flessione degli acquisti per latte e formaggi (-5%),e per l'ortofrutta (-2%), nonostante la generale riduzione dei prezzi.
In calo addirittura le uova (-3%) che tradizionalmente sostituiscono la carne nei momenti di difficoltà economica. Un segnale di difficoltà che è confermato dal fatto che più di otto italiani su dieci (81%) non buttano il cibo scaduto con una percentuale che è aumentata del 18% dall’inizio del 2014, secondo il rapporto 2014 di Waste Watcher Knowledge for Expo. Una leggera inversione di tendenza positiva è attesa per la seconda parte del 2014 perché sarà proprio la spesa alimentare, che rappresenta la seconda voce dei budget familiari, a beneficiare maggiormente del bonus di 80 euro al mese per alcune categorie di lavoratori dipendenti, disoccupati e cassintegrati che destinano una quota rilevante del proprio reddito all’acquisto del cibo.