12 Febbraio 2015

Consumi: origine in etichetta per carne, ma metà spesa è anonima

Importanti novità arrivano dall’Unione Europa riguardo alle indicazioni in etichetta sulla provenienza degli alimenti. Dopo i numerosi scandali relativi a frodi e imitazioni agroalimentari, favoriti dal fatto che oltre la metà della spesa dei cittadini europei è anonima, si comincia a cambiare direzione verso la maggiore trasparenza di informazione per i consumatori.
Un primo passo è stato fatto con la risoluzione non legislativa circa l’indicazione del paese di origine in etichetta per la carne, contenuta nei prodotti alimentari trasformati, adottata dal Parlamento Europeo in seduta plenaria con 460 voti favorevoli, 204 contrari e 33 astensioni. Con questa decisione, il Parlamento europeo esorta l’Esecutivo dell’Ue a far seguire alla sua Relazione proposte legislative che rendano obbligatoria l’indicazione dell’origine delle carni presenti negli alimenti trasformati, onde assicurare maggiore trasparenza lungo la filiera alimentare e informare meglio i consumatori europei.

Come è avvenuto per l’obbligo di indicare in etichetta l’origine della carne bovina fresca dopo l’emergenza mucca pazza, anche in questo caso è stato uno scandalo a favorire l’accelerazione, con il ritrovamento nell’aprile 2013 di carne di cavallo spacciata come bovina in piatti pronti come lasagne, ravioli, tortellini, cannelloni, olive all’ascolana, polpette e ragù, venduti anche sotto marchi nazionali.
Oggi in Italia la metà della spesa è anonima, anche se il nuovo regolamento comunitario, entrato in vigore lo scorso 13 dicembre, prevede che a partire dal 1 aprile 2015 dovranno essere indicate in etichetta luogo di allevamento e di macellazione di carni suine e ovi-caprine, così come di specificare varietà, qualità e provenienza dell’ortofrutta fresca. Dal 1 gennaio 2004 esiste inoltre il codice di identificazione per le uova, a partire dal primo agosto 2004 l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto e dal 1° luglio 2009 anche l’origine delle olive impiegate nell’olio.

Ma l’etichetta resta anonima oltre che per gli altri tipi di carne, per i salumi, i succhi di frutta, la pasta e i formaggi. L’Italia, sotto il pressing della Coldiretti, è all’avanguardia in questo percorso: il 7 giugno 2005 è scattato l’obbligo di indicare la zona di mungitura o la stalla di provenienza per il latte fresco, dal 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy dopo l’emergenza dell’influenza aviaria, mentre a partire dal 1 gennaio 2008 l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro.
In questo senso - ha precisato il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo - abbiamo accolto con grande favore anche la decisione del Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, di avviare una consultazione pubblica online per sostenere l’indicazione di origine negli alimenti e spingere a livello europeo per rendere le etichette più trasparenti. Un’opportunità per accelerare un percorso dal quale dipende la sopravvivenza dell’agricoltura italiana.

LA METÀ DELLA SPESA DEGLI ITALIANI RESTA ANONIMA

Cibi con l'indicazione di provenienza E quelli senza
Carne di pollo e derivati Pasta
Carne bovina Carne di maiale e salumi
Frutta e verdura fresche Carne di coniglio
Uova Frutta e verdura trasformata
Miele Derivati del pomodoro diversi da passata
Passata di pomodoro Formaggi
Latte fresco Derivati dei cereali (pane, pasta)
Pesce Carne di pecora e agnello
Extravergine di oliva Latte a lunga conservazione
Concentrato di pomodoro e sughi pronti

(Fonte: Elaborazioni Coldiretti)