22 Settembre 2015

Clima: ulivi sulle Alpi, banane e avocado Made in Italy in Sicilia

Il Made in Italy stravolto per effetto dei cambiamenti climatici: la coltivazione dell’ulivo in Italia è arrivata a ridosso delle Alpi, dove la presenza della vite è a quasi 1200 metri di altezza come nel comune di Morgex e di La Salle, in provincia di Aosta, dove dai vitigni più alti d’Europa si producono le uve per il Blanc de Morgex et de La Salle Dop. È quanto afferma la Coldiretti nel commentare i dati del rapporto del Wwf Italia, secondo il quale la superficie dei ghiacciai sulle Alpi si è ridotta del 40% in poco più di 50 anni, passando dai 519 km quadrati del 1962, agli attuali 368 km.

Negli ultimi 10 anni la coltivazione dell’ulivo sui costoni più soleggiati della montagna valtellinese è passata da zero a circa 10mila piante, su quasi 30 mila metri quadrati di terreno. La nuova frontiera alpina dell’olio, oltre il 46esimo parallelo, è monitorata dai tecnici della Coldiretti, che sempre più spesso si sentono chiedere dagli agricoltori di inserire nel proprio fascicolo aziendale i terreni a uliveto. Ma il cambiamento climatico si fa sentire sulla distribuzione delle coltivazioni in tutta la penisola. Nella Pianura Padana si coltiva oggi circa la metà della produzione nazionale di pomodoro destinato a conserva e di grano duro per la pasta, colture tipicamente mediterranee.

Una situazione che ha avuto effetti straordinari in Sicilia, dove si coltivano i primi avocado Made in Italy, frutto tipicamente tropicale, a Giarre ai piedi dell’Etna, mentre a Palermo si riescono addirittura produrre le prime banane nostrane. Gli effetti si estendono però anche ai prodotti tipici. Il riscaldamento provoca infatti anche il cambiamento delle condizioni ambientali tradizionali per la stagionatura dei salumi, per l'affinamento dei formaggi o l'invecchiamento dei vini. Una situazione che di fatto mette a rischio di estinzione il patrimonio di prodotti tipici Made in Italy, che devono le proprie specifiche caratteristiche essenzialmente o esclusivamente all'ambiente geografico, alla combinazione unica di fattori naturali e umani. Una sfida che mette alla prova la capacità dell’agricoltura di trovare l’innovazione nella tradizione, cercando di ottenere il meglio dai mutamenti economici e climatici.