19 Dicembre 2017

Carne italiana: dopo 16 anni di stop, bene il via libera deciso dalla Cina

Carne italiana, il nostro agroalimentare fa il boom in Cina con un aumento record del 17% delle esportazioni nel 2017. Positiva dunque la decisione del governo di Pechino di rimuovere dopo 16 anni il bando sulla carne bovina tricolore, assicurando nuove opportunità agli allevamenti Made in Italy. E’ quanto afferma Coldiretti nel commentare l'annuncio dato dal Ministero dell'Agricoltura cinese e dall'Amministrazione per il Controllo della Qualità, l'Ispezione e la Quarantena (AQSIQ) a conclusione dei lavori del Comitato governativo Italia-Cina presieduto dai rispettivo ministri degli Esteri, Angelino Alfano e Wang Yi.

Il via libera riguarderà – spiega Coldiretti – la carne italiana disossata di bovini con meno di 30 mesi. Una buona notizia per le stalle tricolori dove si producono carni più sane, perché magre, non trattate con ormoni (a differenza di quelle americane) e ottenute nel rispetto di rigidi disciplinari di produzione che assicurano il benessere e la qualità dell’alimentazione degli animali.

L’annuncio di Pechino  di rimuovere il bando contro la carne italiana è solo l’ultimo di una serie di segnali positivi sul versante del commercio internazionale – ricorda Coldiretti – che nelle settimane scorse hanno già visto il dimezzamento dei dazi all’importazione su alcuni prodotti cardine del made in Italy a tavola. Si segnalano in particolare le riduzioni previste per Parmigiano Reggiano, Grana e altri formaggi stagionati e per il Gorgonzola (da 15/12% a 8%); per formaggio grattugiato e fuso e acquaviti di vino (da 10 al 5%); vermouth (da 65 a 14%); pasta e salsicce/salami (da 15 a 8%). Ma ad ottobre la Cina aveva anche disposto – sottolinea Coldiretti - la rimozione del blocco alle importazioni di Gorgonzola, Taleggio e agli altri formaggi erborinati, a crosta fiorita o muffettati che era stato deciso a fine agosto per un improvviso irrigidimento nell'applicazione delle norme sull'import dall'Unione europea, mentre a maggio c’era stata la decisione di aprire il mercato del gigante asiatico a limoni, arance e mandarini italiani.