31 Agosto 2017

Caldo, sale il conto dei danni. Raccolta di mele in calo fino al 60%

Con l’ultima ondata di caldo in un agosto segnato dalla persistente assenza di precipitazioni adeguate sale il conto dei danni nelle campagne dove con l’inizio della raccolta delle mele si prevede un calo medio del 23% rispetto a quella della scorsa stagione con punte del 60% in Trentino. E’ quanto si afferma evidenziando un calo praticamente per tutte le varietà dalle Red Delicious (-20%) alle Renetta del Canada (-80%) ed un produzione nazionale totale di 1,76 milioni di tonnellate sulla base dei dati Prognosfruit per effetto di gelate primaverili e siccità. Si allunga dunque la lista delle colture colpite dall’andamento climatico anomalo del 2017 che ha provocato il contenimento produttivo di tutti prodotti base della dieta mediterranea con il raccolto di pomodoro per passate, polpe, concentrati e sughi da conserve che è stimato in calo del 12% rispetto allo scorso anno, mentre per il grano duro da pasta si prevede una contrazione media attorno al 10%, la vendemmia è ridotta del 25% e la campagna di raccolta delle olive 2017/18 si prospetta una delle peggiori degli ultimi decenni addirittura inferiore all’annata pessima in termini quantitativi dello scorso anno con 182 mila tonnellate, già in calo del 62% rispetto all’annata precedente. A subire gli effetti sono anche gli animali perché la siccità ha tagliato il foraggio per l’alimentazione del bestiame con prati e pascoli secchi mentre il caldo stressa le mucche che producono fino al 20% di latte in meno mentre le api hanno sofferto le diffuse gelate primaverili a cui ha fatto seguito il caldo e la siccità con i fiori secchi per la mancanza di acqua ed i violenti temporali estivi con la produzione di miele che è più che dimezzata rispetto alla media, per un totale quest’anno attorno alle 10mila tonnellate, uno dei risultati peggiori della storia dell’apicoltura moderna da almeno 35 anni.

Non solo danni pero’, il caldo e la siccità che hanno decimato le produzioni agricole hanno infatti esaltato le caratteristiche qualitative, dalla raccolta di supergrano alla frutta dolcissima cui le condizioni climatiche hanno garantito un elevato grado zuccherino e di sostanze antiossidanti (vitamine, antociani e betacaroteni). Il risultato è che sono salite a oltre 2 miliardi le perdite provocate alle coltivazioni e agli allevamenti da un andamento climatico del 2017 del tutto anomalo che lo classifica tra i primi posti dei più caldi e siccitosi da oltre 200 anni, ma anche segnato da gelate e a macchia di leopardo da violenti nubifragi con grandine, con l’estate che si chiude con una ulteriore ondata di caldo torrido in un mese di agosto con temperature massime sono risultate superiori di 3,9 gradi la media mentre le precipitazioni sono risultate in calo del 62,3% nella prima decade, dopo che la temperatura massima è stata superiore alla media di 1,2 gradi a luglio e di 3,1 gradi a giugno mentre le precipitazioni sono state inferiori rispettivamente del 41,6% a del 31,5% secondo le elaborazioni su dati Ucea.

Si tratta in realtà solo dell’ultimo capitolo di una evidente tendenza al surriscaldamento e alla tropicalizzazione del clima in Italia che sta cambiando anche la distribuzione delle coltivazioni con le piante d’ulivo che sono arrivate a ridosso delle Alpi, mentre nella Pianura Padana si coltiva oggi circa la metà della produzione nazionale di pomodoro destinato a conserve e di grano duro per la pasta, colture tipicamente mediterranee ed in Sicilia, si coltivano banane, avocado e altri frutti esotici Made in Italy. A cambiare sono anche le caratteristiche dei prodotti con le uve raccolte per la vinificazione che hanno in media un grado in più rispetto a 30 anni fa ma sono modificate anche il cambiamento delle condizioni ambientali tradizionali per la stagionatura dei salumi, per l'affinamento dei formaggi o l'invecchiamento dei vini. L'agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato per contrastarli" afferma il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “i cambiamenti climatici impongono una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio".