21 Settembre 2015

Anche la Russia vieta gli OGM, il fronte no biotech si allarga

Con il divieto di coltivare gli OGM deciso dalla Russia si allarga il fronte contro il biotech, tanto che sono rimasti appena 5 Paesi in Europa a coltivare organismi geneticamente modificati. È quanto affermato da Coldiretti dopo l’annuncio del vice primo ministro del Governo di Mosca, Arkady Dvorkovich, dell’intenzione di proibire la produzione di prodotti OGM in Russia. Un passo che segue l’ulteriore calo delle superfici seminate a transgenico, che nel 2014 sono diminuite del 3%, a conferma della crescente diffidenza nei confronti di una tecnologia che non rispetta le promesse, secondo l’analisi del rapporto annuale 2014 dell’International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications (ISAAA).

La superficie OGM in Europa conta appena 143.016 ettari di mais Bt, coltivati in soli 5 Paesi sui 28 che fanno parte dell’Unione. Peraltro ben il 92% di mais biotech europeo è coltivato in Spagna, dove ne sono stati seminati 131.538 ettari, mentre le superfici coltivate residuali si trovano in Portogallo, Slovacchia, Repubblica Ceca e Romania. Ma anche in quest’ultimo Paese si sta verificando un crescente abbandono delle sementi transgeniche da parte degli agricoltori, come nel caso del mais MON810, che le multinazionali sono arrivate addirittura a offrire gratuitamente, senza però trovare persone disposte a utilizzarle.

Lo scarso interesse per i semi biotech sarebbe stato determinato dalla minore produttività rispetto alle varietà convenzionali. “Per l’Italia gli organismi geneticamente modificati (OGM) in agricoltura non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell'omologazione e il grande nemico del Made in Italy” commenta il Presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel ricordare che quasi 8 cittadini su 10 (76%) si oppongono oggi al biotech nei campi.