Durante la giornata dedicata al III Rapporto Agromafie (elaborato da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare) sono stati dibattuti i temi della criminalità nel settore alimentare e della contraffazione del Made in Italy. Si stima che, in poco più di un anno, il fatturato delle agromafie sia cresciuto del 10%, nonostante la crisi economica che sta attraversando il nostro Paese e che ha messo in ginocchio moltissime imprese italiane.
Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti, è intervenuto per parlare dell’importante lavoro svolto dall'Osservatorio Agromafie, la fondazione nata lo scorso anno “con l’obiettivo di essere un luogo aperto di confronto, divulgazione, analisi e proposte per affrontare un tema impegnativo come quello delle agromafie”.
Un fenomeno in rapida ascesa è quello dell'italian sounding, particolarmente diffuso oltre i confini nazionali. Tramite l’utilizzo di denominazioni e immagini che evocano l’Italia, vengono commercializzati prodotti che non hanno niente a che vedere con il Bel Paese, ma spacciati ugualmente per Made in Italy.
Il modo migliore per contrastare il falso Made in Italy è di rendere più chiare e trasparenti le informazioni in etichetta circa la reale provenienza degli alimenti, un argomento su cui si è molto dibattuto negli ultimi mesi.
Il lavoro contro le agromafie e la contraffazione è uno strumento utilissimo che interessa anche l’imminente Expo 2015. Proprio in occasione dell’evento che dovrebbe rilanciare nel mondo l’immagine del Made in Italy, si teme l’invasione di migliaia di tonnellate di prodotti alimentari contraffatti e venduti illegalmente come eccellenze italiane, per un valore che potrebbe superare i 60 miliardi di euro.
Si rischia così di intaccare la fiducia dei consumatori europei, con danni irrecuperabili al settore agroalimentare nazionale. "Il valore economico e culturale del settore del cibo italiano è importantissimo" sottolinea Moncalvo “e non possiamo correre il rischio di comprometterne l’immagine".
Il forte calo delle produzioni Made in Italy, dovuto al clima pazzo del 2014 e che ha avuto come effetto un drastico crollo nei raccolti nazionali, rappresenta un ulteriore fattore di rischio per la proliferazione di frodi alimentari.
Fortunatamente l’Italia può vantare un sistema di controlli che è primo al mondo per efficacia, che però non sempre si traducono in pene certe per chi è coinvolto nelle attività agromafiose e che - come dichiarato da Maria Letizia Gardoni, Delegato Nazionale dei Giovani Coldiretti - rappresentano un fattore di pericolo per tutti quei giovani che credono che il futuro dell’imprenditoria italiana sia nell’agroalimentare, “settore strategico per il rilancio economico del nostro Paese”.
Anche Gian Carlo Caselli ha evidenziato gli effetti devastanti del fenomeno delle agromafie e della necessità di scegliere la legalità: è solo così che l’Italia potrà riprendersi dalla crisi economica, puntando sulla giustizia e sulla legalità, a favore di uno sviluppo ordinato che è alla portata di tutti.
“L’Expo2015 è un involucro brillante che deve porsi l’obiettivo di creare contenuti adeguati” – ha aggiunto Caselli – “ed essere capace di trasmettere i valori della trasparenza e dell’autenticità Made in Italy, per tutelare coloro che vivono di agricoltura e che rappresentano la speranza di ripresa del Paese”.
L’intervento di Gian Maria Fara, presidente dell’Eurispes, si è invece concentrato sulla questione del money dirtying: circa 120 milioni di euro transitano ogni mese dall’economia legale a quella illegale.
Molti tra coloro che dispongono di liquidità ritengono più conveniente affidarsi a soggetti borderline, che operano in condizioni di illegalità e di non-sicurezza, creando un circuito che porta il denaro pulito a fluire nell’economia sporca.
Fara parla anche di come agiscono le organizzazioni illegali:
La Guardia di Finanza ha sequestrato 760mln di euro, rilevando nella ristorazione uno dei settori maggiormente appetibili. Un altro fenomeno da tenere sotto controllo è quello delle vendite online di prodotti alimentari: solo nel 2013 i carabinieri dei NAC hanno segnalato 70 prodotti Made in Italy contraffatti.
La diffusione nella nostra società delle associazioni malavitose è ripresa anche nell’intervento di Andrea Orlando, Ministro della Giustizia e deputato PD, che parla di come siano riuscite a infiltrarsi nel cuore della produzione del falso Made in Italy, riciclando il denaro sporco soprattutto nel settore della ristorazione. “La parte sana dell’economia deraglia così verso un confine criminale, con punto di coagulo che ostruisce anche l’accesso ai finanziamenti europei”.