La tutela del Made in Italy, di tutta quella produzione alimentare che il mondo ci invidia, è la mission dei giovani agricoltori e allevatori Coldiretti. Quella che si sta svolgendo in questi giorni è una guerra che in realtà va avanti da sempre, perché tutelare e difendere ciò che il nostro Paese ha di buono (ma anche di bello) significa amare la terra in cui viviamo.
I giovani agricoltori erano presenti, numerosissimi, presso il valico del Brennero già lo scorso anno: lo scopo della Battaglia di Natale, era stato quello di bloccare l’import di prodotti di bassa qualità, destinati ad essere contraffatti e rivenduti come Made in Italy.
A settembre scorso, la seconda mobilitazione sempre al valico del Brennero: anche in questa occasione eravamo in tanti agricoltori e allevatori Coldiretti, schierati in frontiera per controllare, ad uno ad uno, i camion e container che arrivavano nel nostro Paese, carichi di prodotti alimentari che, con il Made in Italy non hanno nulla a che fare.
Con il Presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo, con la nostra Delegata Nazionale dei Giovani Maria Letizia Gardoni e con il Ministro Martina è stato mostrato come quotidianamente dalle frontiere italiane, passano 3,5 milioni di latte sterile, concentrati, cagliate, semilavorati e polveri per essere poi imbustati o trasformati industrialmente e diventare magicamente mozzarelle, formaggi o latte italiani, all’insaputa dei consumatori.
I giovani di Coldiretti, con Maria Letizia Gardoni, hanno diffuso un messaggio molto chiaro: stop alle politiche comunitarie che favoriscono gli inganni a tavola e snaturano le caratteristiche e la qualità dei prodotti alimentari, con conseguenze negative anche sull’occupazione e sull’economia nazionale.
A distanza di appena due mesi, la mobilitazione per quanto riguarda soprattutto il latte, si è spostata in tutta la penisola: una vera e propria guerra per denunciare il fatto che 3 cartoni su 4 - venduti nei supermercati - contengono latte straniero all’insaputa dei consumatori, ma soprattutto che un elevato numero di allevatori è stato costretto a chiudere le proprie stalle, perché la produzione è sottopagata e mancano i soldi per alimentare le stesse mucche.
La mobilitazione ha avuto grande risonanza mediatica, tant’è che anche Papa Francesco ha rivolto la propria attenzione nei confronti del lavoro degli agricoltori, che si impegnano così tanto a tutela della terra, bene collettivo e mezzo necessario per produrre cibo per tutti.
Prodotti Made in Italy, figli di secolari tradizioni del buono italiano e della agricoltura italiana - come latte, quindi formaggi, mozzarelle, ma anche prosciutti, olio, vino – rischiano l’estinzione, soprattutto perché la maggior parte di loro, arriva dall’estero o viene realizzata con ingredienti esteri, senza che ce ne sia una chiara indicazione in etichetta.
Imparare a tutelare il Made in Italy - ha affermato Maria Letizia Gardoni - vuol dire aprire la strada ad un futuro migliore per tutti i nostri giovani, un futuro fatto di tantissime opportunità sia a livello occupazionale che a livello economico.
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