30 Aprile 2014

I Giovani Coldiretti sul Canal Grande per una banca della terra veneta

I giovani della Coldiretti nel Canal Grande a Venezia per chiedere l’assegnazione dei terreni agricoli pubblici  contro la disoccupazione e sostenere la ripresa dell’economia mettendo l'accento sugli ultimi dati diffusi dall'ISTAT (+47,2%) sulla disoccupazione giovanile.

Paolo a Torcello coltiva i suoi 1000 metri quadrati di orto. In questa isola la terra è fertile e può seminare qualsiasi cosa che diventa ortaggio prelibato. Oltre il recinto della sua proprietà però solo rovi.  “Quell’appezzamento  è del Demanio – dice - e potrebbe diventare una spiaggia verde della laguna dove turisti di passaggio possono approdare con la loro barca e concedersi un po’ di relax gustando prodotti tipici. Peccato che sono passati  dieci anni dalla prima mia richiesta”.

All’altezza delle Prealpi trevigiane, un giovane ha vinto il bando per gestire una malga tra Vittorio Veneto e Valdobbiadene. Per ripristinare l’ambiente vorrebbe sfalciare l’erba dei campi vicini cosi da alimentare gli animali allevati. E invece no, tutto quel terreno limitrofo alla stalla appartiene ad un Consorzio che non se ne cura affatto.

“Vogliamo  conoscere quali e quanti sono gli appezzamenti, le parcelle incolte quelle abbandonate o ancora vincolate – ha detto Andrea Barbetta, leader di Giovani Impresa - Vogliamo accedere alle gare per l’assegnazione dei terreni con priorità: non possiamo competere con le grandi disponibilità economiche di aziende ben strutturate, ma in cambio diamo l’intraprendenza e prospettive occupazionali di lungo termine.  Siamo pronti a ridare  fertilità a questi campi e, di conseguenza, più prodotti genuini ai cittadini con un territorio più sicuro e curato”. Una richiesta legittima, sostenuta dalla presenza dei “senior” dell’Associazione: il presidente Giorgio Piazza e pure il direttore Pietro Piccioni.

Coldiretti Veneto

“Al vaglio della IV commissione agricoltura – ha detto Piazza – c’è un progetto di legge in tal senso, siamo stati ricevuti per consegnare le nostre osservazioni affinchè la Regione prenda velocemente le giuste decisioni in merito. Secondo il censimento del 2010 stiamo parlando di oltre 15 mila ettari gestiti da 135 enti pubblici su un totale di una superficie pari a 811.440 ettari lavorata da circa 120 mila aziende.  Queste proprietà, seppur utilizzate, sono in patrimonio che potrebbe essere messo in trasparenza e magari on line cosi che tutti possano individuare i siti e addirittura partecipare ad eventuali appalti”.

La delegazione è stata ricevuta dal Presidente del Consiglio Clodovaldo Ruffato, dal  consigliere regionale Nicola Finco primo firmatario,  oltre che dai componenti della IV commissione agricoltura guidata da Davide Bendinelli e riunita appositamente per l’esame del testo normativo.

“L’impegno, i ragazzi di Coldiretti, lo vogliono prendere di fronte alla società con i politici regionali da veri protagonisti di un settore in controtendenza capace ancora di dare occupazione – ha commentato Piccioni al termine dell’incontro – se si pensa che in Veneto il tasso di disoccupazione è pari al 25,3% e colpisce la fascia d’età tra i 15-24 anni, quello di oggi è un atto di responsabilità da parte di tutti, alla vigilia della festa del primo maggio, il messaggio di speranza viene proprio dai giovani imprenditori per i giovani lavoratori di domani”.

giovani ve5

L’interesse crescente dei giovani per l’agricoltura e l’agroalimentare con l'aumento delle iscrizioni scolastiche a tutti i livelli testimonia una vera rivoluzione culturale, con le nuove generazioni che –sostiene la Coldiretti -  hanno visto prima e meglio di altri dove ci sono reali prospettive e di fiducia per l’Italia che per crescere deve puntare su quegli asset di distintività nazionale che garantiscono un valore aggiunto nella competizione globale come il territorio, il turismo, la cultura, l’arte, il cibo  e la cucina. Non è un caso che secondo l’ultimo sondaggio Coldiretti/Ixe’ il 54 per cento dei giovani oggi preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (21%) o fare l’impiegato in banca (13%) che sono stati per lungo tempo il miraggio di intere generazioni.