Le importazioni dall’estero stanno danneggiando notevolmente il Made in Italy, sia per quanto riguarda l’effettiva qualità dei prodotti (molti infatti sono ritenuti non conformi alle linee guida, e quindi in grado di provocare anche seri danni alla salute di chi, inconsapevolmente bisogna dirlo, li consuma), sia per quanto riguarda la quantità.
Secondo le ultime stime di Coldiretti Sicilia della Coldiretti della regione Sicilia, nella persona del presidente Alessandro Chiarelli, l’import di arance provenienti dall’estero ha causato un forte deprezzamento di quelle nostrane. Nel 2013 è stato importato circa il 20% in più di arance rispetto al 2012: 220,6 milioni di Kg per un valore complessivo di 125,6 milioni di Euro. Paradossalmente, mentre le importazioni sono in continuo aumento, tutte le iniziative che mirano a crescere vengono sistematicamente bocciate da policy definite assurde: uno su tutti, l’emendamento che favoriva l’aumento di percentuale di vera frutta nelle bibite, che dal 12% doveva essere portato al 20%. Sicuramente se questa bocciatura non fosse stata attuata, si sarebbero consumati circa 200 mln di kg di arance in più, ottenendo anche un concreto miglioramento nella qualità dell’alimentazione, soprattutto di bambini e ragazzi, assidui consumatori di succhi di frutta e bibite a base di succo d’arancia.
Un altro dato considerato paradossale in questo contesto, è il prezzo esagerato (circa 3 Euro) che riguarda le spremute di arancia vendute negli autogrill: oggetto di denuncia da parte della Coldiretti, secondo cui, in base ad accordi di cui viene chiesta la totale trasparenza, costano molto ed è per questo motivo che anche il consumo delle spremute si è ridotto notevolmente negli ultimi tempi. Una soluzione a questa vera e propria invasione di arance dall’estero, sarebbe quella di incentivare il loro consumo a partire dalle mense scolastiche; una serie di azioni definite incisive, potrebbero aiutare in positivo lo sviluppo dell’agrumicoltura italiana l’andamento della prossima campagna agrumicola.