“E’ una buona notizia per gli agricoltori ferraresi, che si aggiunge alla ricerca effettuata dalla provincia di Ferrara con la nostra Università e che aveva già fornito dati interessanti per la ridefinizione di area vulnerabile dell’intero territorio ferrarese. Occorre ora fare in modo che i dati scientifici siano utilizzati a pieno per riconoscere i veri ambiti in cui i limiti previsti siano applicati e quelli dove sia possibile effettuare piani di concimazione alla pari con altre aree italiane, evitando di penalizzare i nostri agricoltori, pur nel rispetto dell’ambiente e della salubrità”.
Queste le parole di Sergio Gulinelli, Presidente Coldiretti Ferrara, in riferimento al recente lavoro del Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina che, insieme al Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e in collaborazione con Vasco Errani e Tiberio Rabboni (rispettivamente presidente della Regione Emilia Romagna e Assessore all’Agricoltura), hanno rappresentato la necessità di avviare, già a partire dal Consiglio europeo dei Ministri dell’ambiente previsto a Creta per il mese di Luglio, la revisione del perimetro delle aree vulnerabili per quanto riguarda l’inquinamento da nitrati nelle acque.
“Ce lo auguravamo da tempo e, finalmente, è stata fatta quell’operazione-verità sulla vicenda nitrati e sulle lacune e falsificazioni nell’attribuzione alla zootecnica della responsabilità esclusiva di inquinamento delle acque”. Questo è quanto ha affermato il Presidente Coldiretti Roberto Moncalvo, nel commentare la riunione al Ministero dell’Agricoltura d’intesa con le regioni del bacino idrico del Po, congiuntamente con l’Amministrazione dell’Ambiente. Chiarito anche dall’ ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) come il coinvolgimento della zootecnica sia del tutto minimo per quanto riguarda l’inquinamento delle acque.
Coldiretti ha poi sottolineato che se in Europa i dati ufficiali forniti dalla Commissione confermano come tra i paesi in cui le concentrazioni massime registrate di nitrati nelle acque attribuiscono alla Germania il ruolo di paese maggior inquinatore - a causa di un modello zootecnico intensivo - nel nostro Paese occorre ricercare fuori dall’agricoltura, le cause del deterioramento della qualità delle acque, così come già l’accordo del 2011 della Conferenza Stato-Regioni aveva intuito avviando la realizzazione di nuovi studi sulla natura e l’origine del superamento dei valori soglia. E’ chiaro che, una volta risolto il problema della delimitazione delle zone geografiche, rimuovendo le ingiuste accuse agli imprenditori agricoli, sarà anche possibile introdurre già a partire dal decreto di revisione degli effluenti alcune semplificazioni, con particolare riguardo ai periodi temporali di spandimento oltre che di valorizzazione del digestato proveniente dal trattamento degli stessi reflui zootecnici aziendali.