2 Aprile 2014

Pick Up Your Own: la vendita diretta in cui è il consumatore che va dal produttore

Raccogli tu stesso i prodotti. Questo è lo slogan del “pick up your own”, la forma di vendita diretta che consente al consumatore di raccogliere i prodotti di interesse direttamente in azienda.

Una vera e propria rivoluzione che capovolge il rapporto fra clienti e produttori, laddove non è più il prodotto a raggiungere il consumatore, ma viceversa. Una forma di acquisto che diventa esperienza ludica e divertente, un’occasione per conoscere più da vicino la realtà dei produttori e vivere qualche ora a contatto con la natura.

Nata negli Stati Uniti intorno agli anni ‘40, la vendita diretta pick up your own, è in realtà ancora poco diffusa in Italia, dove si preferisce privilegiare modalità più classiche, attraverso i Farmer’s market, le botteghe e i punti aziendali.

Tuttavia, è proprio la capacità di trasformare l’esperienza di acquisto in occasione di svago e divertimento che rende questa forma di vendita diretta particolarmente adatta ad aziende come agriturismi e fattorie didattiche.

Questi contesti, infatti, più di altri sono in grado di valorizzare l’esperienza di raccolta dei prodotti. È inoltre molto più facile che un agriturismo o una fattoria didattica siano già predisposti all’accoglienza dei clienti, riuscendo così a soddisfare tutta quella serie di requisiti di sicurezza e ambientali necessari per avviare questo genere di attività.

Non solo la vendita diretta “pick up your own” implica anche una certa attenzione alle pratiche colturali. L’azienda dovrà infatti cercare di predisporre più colture in modo da generare prodotti complementari dal punto di vista dei consumatori, oppure avviare collaborazioni con aziende limitrofe.

Il cliente dovrà essere informato circa le tecniche di raccolta dei prodotti, e dall’altro anche le pratiche colturali dovranno essere adattate alla vendita diretta. La forma degli impianti, ad esempio, dovrà essere tale da facilitare l’accesso nelle colture e la raccolta.

Si tratta quindi di un’attività complessa e da non sottovalutare, per la quale il produttore dovrà considerare tutta una serie di aspetti sia economici che strutturali. Prima di avviare un’attività di questo genere è quindi bene approfondire l’argomento e raccogliere tutte le informazioni del caso rivolgendosi alla Fondazione Campagna Amica.