La riforma agricola al centro dell’incontro bilaterale tra Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti e Vicepresidente degli agricoltori europei (COPA) e il Commissario Europeo all’agricoltura Phil Hogan che si sono incontrati per uno scambio di vedute sull’attualità e sul futuro delle politiche per l’agricoltura e l’agroalimentare, in occasione del Congresso degli Agricoltori Europei ad Atene. “E’ positivo l’impegno del Commissario per riforma agricola in un ottica di semplificazione nell’ambito della quale - ha sottolineato Moncalvo - va rafforzato il concetto dell’agricoltore attivo, per poter concentrare le risorse su chi vive realmente di agricoltura, come è stato ottenuto in Italia per i recenti interventi di politica nazionale su Irpef, Imu e Irap promossi dal presidente del Consiglio Matteo Renzi. Inoltre, con riferimento alla proposta relativa a nuovi strumenti di stabilizzazione del reddito degli agricoltori più flessibili e settoriali, è importante – ha continuato il presidente della Coldiretti - procedere all’abbassamento della soglia di attivazione dal 30% al 20% del calo dei ricavi. Resta la necessità - ha precisato Moncalvo - di rafforzare la posizione degli agricoltori nella filiera, con l’attivazione di nuovi strumenti nelle relazioni contrattuali. In questo senso – ha rilevato Moncalvo - è rilevante il risultato ottenuto a livello nazionale con la recente approvazione del collegato agricolo, che prevede un innovativo ruolo di rappresentanza delle organizzazioni agricole nei confronti delle industrie che non rispettano le leggi o i contratti. Una misura importante in una situazione difficile di mercato con i prezzi riconosciuti a coltivatori ed allevatori scesi al di sotto dei costi di produzione anche – spiega Moncalvo - per le scelte irresponsabili di una certa parte di industria. Con lo sguardo rivolto al futuro della politica agricola - ha affermato Moncalvo - stanno emergendo interessanti prospettive che mettono al centro la capacità dell’agricoltura di generare occupazione, contribuendo alla crescita economica e sociale degli Stati membri e dell’intera UE. Si tratta di un approccio che premia finalmente la produzione agroalimentare dei Paesi del Mediterraneo – ha concluso Moncalvo – riconoscendone l’elevato valore in termini di risorse umane impiegate nel settore agricolo, nonché l’apporto significativo in materia di lotta al cambiamento climatico e al dissesto idrogeologico”.