29 Settembre 2021

Oscar Green: ecco i finalisti nazionali “Innovatori di Natura”

Da chi produce il primo foglio di carta anti spreco, ricavato interamente dallo scarto dell’aglio, alla pescatrice di plastica che salva l’ambiente e il clima, da chi ha ideato l’ecosapone per pulire i monumenti a chi ha realizzato un orto-robot per disabili, fino a chi ha abbandonato carriere nella City londinese e come dirigente di Amazon per fare marmellate e garantire energia pulita o si è inventato un agri drive in contro il Covid. Sono solo alcune delle curiose innovazioni che fanno ripartire il Paese, idee nate dall’ingegno dei giovani italiani che si reinventano il lavoro, presentate all’Oscar Green di Coldiretti, il premio alla creatività con il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole e di quello delle Politiche Giovanili, e scelte dopo una lunga selezione territoriale tra migliaia di giovani imprenditori di tutta Italia, i veri protagonisti dell’Italia che si rialza.

Ecco tutti i finalisti nazionali degli Oscar Green Coldiretti 2020

MENZIONE SPECIALE COVID 

AGRIDRIVE IN ANTICOVID - Veneto - Giovanni Zuanon

Ci sono voluti 20 anni di esperienze tra l’America e il resto del mondo per sconfiggere il Covid che aveva messo fortemente a rischio l’importante investimento che Giovanni aveva fatto per rinnovare la storica azienda del padre. L’azienda prima produceva latte e carne di altissima qualità da qui l’idea di ultima generazione: creare degli spuntini contadini. La stalla d’avanguardia secondo i parametri del benessere animale, seguendo i principi dell’economia circolare, fornisce di ottima qualità che unito al pane morbido fatto con la farina di patate garantisce panini gourmet che una volta che li assaggi non li dimentichi più. Ma arriva il covid e il lockdown mette a rischio tutto. Giovanni prova a ripartire con le consegne a domicilio ma fa fatica e allora ha un’intuizione brillante. Sul modello americano propone un Agridrive in ed è un successo incredibile. La gente si precipita in fattoria. Il sacchetto con spuntini e la birra artigianale sono consegnati nell’auto. Sicurezza e distanziamento sono garantiti. Ma soprattutto divertimento, gustare i spuntini di qualità, in piena campagna, davanti a un bel film, dalla propria auto, in compagnia dei propri familiari e amici senza nessun rischio. La notizia del drive in fattoria fa il giro di tutto il territorio. Una sera dietro l’altra è un successo a valanga. Giovanni ha salvato l’investimento e ha dato una risposta all’emergenza Covid, regalando un sorriso alla popolazione colpita. Ciak si svolta, c’è vita in fattoria.

 IL CASARO SOLIDALE A DOMICILIO - Abruzzo - Alessio D'Annunzio

A causa dell'emergenza covid Alessio ha dovuto riorganizzare tutta l’azienda e si è dedicato anche alle esigenze delle persone più svantaggiate, con particolare riferimento agli anziani dei paesi della zona rossa che vivono da soli. Con il furgone coibentato, dotato di guanti e mascherina, ha concordato le consegne in apposite cassette fuori dell'abitazione per evitare qualunque tipo di contatto e tutelare la salute dei più fragili. Alessio oggi dice: ti accorgi che quelle scelte che hai compiuto con sacrifici sono l’unica arma che salva l’azienda quando tutt’intorno è il blocco totale. I formaggi e i prodotti del caseificio devono arrivare nelle case di tutto il territorio. Lo vuole la gente intrappolata in casa, lo chiedono le istituzioni, lo favorisce il prefetto. Alessio è pronto, il sistema è già rodato: dai messaggi dei clienti, al lavoro in stalla, all’attività di casaro è un tam tam senza sosta. Alessio si deve sdoppiare per far fronte alle continue richieste dei suoi prodotti. Ma questo non è semplice lavoro. È una missione che impegna lui, il fratello, l’intera famiglia. La sua impresa è un operatore dell’emergenza, come gli altri autorizzati a transitare per le strade deserte. La sua gente ha riconosciuto il valore di questo sforzo. Il casaro solidale a domicilio è l’orgoglio di tutto il territorio.

PRIMIZIE BIO ALLA MENSA SOLIDALE - Emilia Romagna - Marco Bertoncelli

 Te lo insegna la terra che dare, sostanzialmente è ricevere. La terra che, con gli ultimi, ha stretto un antico legame. Marco, agricoltore di terza generazione, in piena tempesta Covid, è nella sua serra e la sua mente va ai tanti che vivono una condizione di forte difficoltà e che ora sprofondano in una solitudine che rischia di diventare disperazione. Vuole fare la sua parte e la vuole fare con il suo lavoro, la sua azienda, la sua terra. L’accordo è con la mensa dell’Archidiocesi di Bologna a cui Marco promette le sue primizie biologiche alla mensa gestita della diocesi, ma anche nelle abitazioni di chi è in difficoltà, per via delle restrizioni della pandemia. Le consegne Sos di Marco hanno un altro sapore. Quello della solidarietà e della felicità.

CATEGORIA CREATIVITÀ

    
IL SUPERGIN DELLA NONNA - Sardegna - Ivano Fodde

  Sa pompìa, un antico agrume sigillo di Campagna Amica, tra i più rari del mondo, dai connotati del cedro, di colore giallo e dal peso che spesso raggiunge anche un chilo, coltivato e sbucciato dalle sapienti mani di nonna Luisa, per diventare marmellata o liquore ora diventa Il “Supergin della nonna”. Il nipote Ivano incontra il re dei mastri distillatori italiani Gigi Marazzi l’idea è quella di estrarre nervo vitale della sa pompia, l’essenza autentica della Sardegna, il frutto superstite del pianeta che qui, tra Nuoro e Olbia, ha trovato l’ultimo riparo in cui continuare a replicarsi. Oggi la ricetta di questo gin straordinario è nelle mani di Ivano che l’ha combinato, in alambicco, con ginepro e scorze di questo frutto dall’olio essenziale inebriante, pungente e agrumato. Il Luis gin in onore della nonna ha conquistato i prestigiosi porti della Sardegna, i locali più in dell’isola e l’entusiasmo dei giovani. Si combina con aperitivi ma diventa anche condimento in cucina per piatti gourmet.

IL SIDRO DELLA MOVIDA - Trentino Alto Adige - Federico Pedrolli

 Giovani che guardano ai giovani e si fanno strada nel mondo degli aperitivi, con un prodotto innovativo, fresco e divertente. Direttamente dal regno delle mele in Trentino nasce la rivoluzione del sidro. Antiche varietà che, negli anni, hanno ceduto il posto alla mela da tavola, sono state recuperate e accostate al luppolo e a essenze innovative, metodologie di lavorazioni imprevedibili e tecniche di invecchiamento ereditate dalla tradizione brassicola ed enologica italiana. Ecco come il sidro, secco o abboccato, trova nuove strade e diventa l’alternativa alla birra e al vino per il mondo della movida e del divertimento. Lievitazione e invecchiamento per la spumantizzazione, aromatizzazione agli agrumi e ai piccoli frutti, per gustarlo con essenze fresche e fruttate in curiosi abbinamenti e vivaci occasioni di consumo. Nasce dalla creatività, affonda le radici in antiche varietà recuperate, si sprigiona nel vortice dei social, accompagnato da un packaging simpatico e con l’ambizione di farsi largo tra banconi e tavolini da bar. Sidro alle essenze, invecchiato per farsi giovane, che spumosa invenzione.  La gamma dei prodotti è molto vasta con diversi aromi (soft drink) e una linea spumantizzata con metodo classico. Si tratta di una valida alternativa a vino e birra, è acquistabile tramite il sito e-commerce aziendale, piuttosto che lo spaccio aziendale o in locali e rivenditori autorizzati.
 

CATEGORIA CAMPAGNA AMICA

DALLA FINANZA LONDINESE ALLA SVOLTA CONTADINA - Lombardia – Andrea Tagliabue

Se la marmellata non ti piace sei nel posto giusto per cambiare idea. Per questa non è una marmellata e basta. È “la marmellata del banchiere”. Per arrivare a produrla Andrea ha percorso una lunga strada che da una laurea in Scienze bancarie l’ha portato nel ventre della City dove ha aggiunto un master in Matematica finanziaria, per diversi anni di successo alle leve di un colosso bancario d’investimento. È servito a comprendere che “se fai un prodotto made in Italy e lo fai eccellente non hai nulla da temere”. Andrea è così tornato in Brianza per coltivare piccoli frutti e produrre composte con metodi innovativi. Protegge i frutti rossi con una moderna copertura anti insetto e, secondo i principi dell’economia circolare, da tutti gli scarti della lavorazione delle piante ottiene un cippato da riusare nei processi aziendali. Cucina la materia prima con il metodo del sottovuoto, che mantiene intatte le proprietà organolettiche della frutta, addolcita con l’uso di solo miele. Andrea è un agricoltore modello preciso, esigente, rigoroso come un banchiere, per fare di questa marmellata la migliore al mondo. Le sue marmellate sono top, solo frutta, acqua purissima e miele. Al mirtillo, al lampone, oppure combinati: mirtillo e lavanda, lampone e menta, con lamponi e miele di lamponi.

ARRIVA LA PRIMA BIRRA AL CARCIOFO - Toscana - Valentina Rossiello

Alle sue birre artigianali mancava qualcosa cos Valentina prova con l’essenza al carciofo. Siamo in Toscana, nella campagna aretina, dove vengono coltivate due varietà di carciofo, il Madrigal e il Morello. Siamo in piena emergenza Covid, quando Valentina ha più tempo da riservare alla riflessione, particolarmente sul futuro dell’azienda di famiglia. Come nel convento dei monaci trappisti, cosi in questa tenuta toscana, l’idea nasce dalla meditazione. L’amaro del carciofo può accompagnarsi bene ad una antica ma sempre giovane bevanda, la birra, che oggi più che in passato interroga e impegna l’agricoltura sul fronte della qualità e delle varietà. La magia con il luppolo e la fermentazione, le mani sapienti del mastro birraio, la tenacia di Valentina, il gusto affinato, il palato sapiente di questa famiglia di buongustai, faranno la differenza nella composizione di un bouquet di aromi ed essenze, nel bicchiere. Morellina non è una nuova birra artigianale al carciofo. È il completamento, quello che mancava alla birra artigianale, per il gusto rotondo regalato dal carciofo. Nonostante il difficile momento legato al Covid, Valentina ha voluto fare un nuovo passo per dare valore aggiunto all'azienda e utilizzare anche la loro produzioni di punta. Valentina oggi dice: A nessuno in casa è mai piaciuto piangersi addosso e anche adesso vogliamo che gli sforzi superino le difficoltà che quotidianamente si presentano, provando ogni giorno a capitalizzare il grande lavoro e valore che hanno tra le mani che è quello del vero Made in Italy.
 
CUOCO CONTADINO A DOMICILIO- Marche - Giovanni Togni

Giovanni ha la passione per le capre ed è il suo regalo di diploma. Da qui inizia l’avventura. Oggi la sua azienda si chiama antica fattoria, ed è una vera e propria fattoria. Con le stalle, gli orti, animali di ogni genere. E qui si chiude il cerchio della produzione, trasformazione e consumo. Anzi non si chiude soltanto qui, ma arriva persino a casa. Perché Giovanni, non consegna porta a porta soltanto i suoi prodotti, ma anche i suoi piatti. Un punto di svolta nel suo progetto aziendale che, in periodo Covid, è valso l’aumento del fatturato, un servizio puntuale di assistenza alla popolazione e una occasione di visibilità. Nell’azienda agricola “Antica Fattoria”, gestita con l’aiuto della sua famiglia, gli animali sono tenuti, appunto, alla maniera antica. Hanno le stalle grandi, ventilate, e assistite quotidianamente. Tutti gli animali hanno l’aia e il campo aperto dove scorrazzare. Le carni sono macellate all’interno del mattatoio aziendale e trasformate in piatti, nella cucina dell’agriturismo. A proposito, Giovanni è il primo cuoco contadino diplomato delle Marche. Ma qui c’è un mondo a portata di bambini, con la fattoria didattica i progetti dell’agricampeggio e delle visite ai pascoli, con l’osservazione delle stelle a sera, la didattica rupestre e i pic-nic per la consapevolezza alimentare.

CATEGORIA IMPRESA 5.TERRA

DALL’AGLIO IL PRIMO FOGLIO DI CARTA- Campania - Rosa Ferro

 Per creareun foglio di carta dall’aglio, non c’è bisogno soltanto della tunica d’aglio, ma di silenzio, armonia e della delicata vita dei borghi degli Alburni. Provate a chiederlo agli ideatori Rosa Ferro e Alfonso Esposito che alla carriera e all’ufficio hanno scelto il tempo lento dell’agricoltura e la vita dei paesini di campagna. È quest’armonia che ha trasformato lo scarto in design. In questi terreni con scarse risorse di acqua è stato piantato una antica varietà di aglio e, ad ogni lavorazione, si produce una grande quantità di scarto. Che si compone della tunica dell’aglio e della sua radice. Fragile quanto vaporosa e voluminosa. Sono le mani di questa giovane donna, il suo inflessibile spirito ecologista è la creatività che la terra è in grado di sprigionare e fare di questo rifiuto il carburante innovativo di una start up. Rosa sorprende tutti per essere riuscita a ottenere il “foglio dalla tunica d’aglio”, senza l’aggiunta di componenti chimici e senza lasciare un solo grammo di scarto che non chiuda il ciclo di produzione. Il risultato è una carta elegante e delicata come la sinfonia che ogni alba suona a queste colline del sud. Diventerà supporto per scrivere o disegnare, ma anche oggetto di design per chi, come Rosa, non si accontenta.

L’ABRIBIBITA ANTIAGE- Lazio - Elena Gramiccia 

 Una bomba di polifenoli una vera e propria bibita anti age. È quello che ha voluto realizzare Elena Gramiccia una bevanda non alcolica a base di estratti di foglie di olivo biologiche con aggiunta di succo di melograno, limone e zucchero. Una bevanda energetica, salutare ma soprattutto naturale, pensata per le persone che amano volersi bene. È un concentrato di benessere con le migliori sostanze dell’olivo, gli antiossidanti contenuti in incredibili quantità nelle foglie il cui infuso è in sinergia con le qualità benefiche della melagrana e del limone. Così nasce una bevanda giovane dalla terra e una rete virtuosa di imprese per il territorio. Un prodotto assolutamente naturale a cui Elena ha riservato un trattamento rigorosamente ecologico. Nessuno spreco di energia. Anzi lo spreco qui è stato recuperato per farlo diventare il cuore vitale di questo prodotto che appassiona e di tanti altri che sono oggi allo studio. L’infuso di foglie d’oliva è la premessa, la capacità di addolcirlo è la caratteristica di questa start up, l’idea di affiancarlo ad altri frutti con proprietà benefiche è la visione. Dall’infusione, fino alla miscelazione e alla refrigerazione, non c’è intervento della chimica e, l’energia impiegata, è quella minima indispensabile, nel pieno rispetto dell’ambiente. Ottima a colazione, a merenda o anche durante l’aperitivo, per sportivi, famiglie o bambini.
 
L’ECOSAPONE SALVA MONUMENTI - Sicilia - Fabrizio Medulla

Un gruppo di amici universitari, farmacisti decidono di portare la loro esperienza in campagna. Le piante officinali della loro Sicilia presentano caratteristiche ad elevata capacità biologica e terapeutica. Da qui l’idea di estrarne degli oli essenziali che, sono considerati unici al mondo. La ricerca di questi sviluppatori di essenze naturali ha stimolato la curiosità internazionale quando hanno consegnato al mercato un prodotto completamente biologico e naturale per la pulizia di monumenti, architetture, opere d’arte. Si tratta di un distillato naturale, completamente estratto da piante officinali, con una elevatissima efficacia nella rimozione di impurità da superfici delicate e difficili da trattare come quelle storiche, in totale sicurezza sia nel preservare l’integrità degli oggetti d’arte, sia per la salute di chi li adopera. È noto come gli oli essenziali siano degli imbattibili antimicotici e antibatterici. E’ ottimo anche per tutte le superfici in edilizio, per cortili, piscine, giardini etc.

CATEGORIA SOSTENIBILITÀ

DA AMAZON A ENERGIA GREEN E’ SVOLTA CONTADINA - Calabria Federica Basile

Cambio vita per Federica che da operation manager nei magazzini robotici di Amazon, in Inghilterra, ritorna a Rosarno  e si dedica alla fattoria agricola più hi-tech del Sud Italia. Nella sua azienda Federica fa economia circolare, produce latte e formaggi di alta qualità, ma soprattutto energia pulita. Tre gli strumenti: pannelli solari, impianto di biogas e fitodepurazione. Gli scarti di potatura, insieme al letame, al siero, alla sansa d’olive e al pesto di agrumi prodotti qui e in altre 80 aziende agricole che aderiscono alla cooperativa, sono la premessa per produrre gas biologico, con il 55% di metano e concime per nutrire 260 ettari di terreno che danno vita ai foraggi per le mucche da latte. L’energia termica e l’elettricità prodotta dai pannelli solari alimentano la fattoria, l’energia elettrica invece da biometano alimenta le abitazioni di oltre 6.500 famiglie. Per la creazione di biogas si utilizzano gli scarti della Fattoria di altre aziende agricole della zona in un sistema di economia circolare che usa materie prime che prima erano un problema e le trasforma in una risorsa. In dettaglio il letame e il liquame provenienti dalle stalle, unitamente al siero che rimane come residuo dalle lavorazioni del caseificio, vengono raccolti in due fermentatori, all’interno dei quali, grazie alla tecnologia di miscelazione e riscaldamento, avviene un processo di fermentazione anaerobica che produce biogas, un gas biologico che contiene una percentuale del 55% di metano. Attraverso il processo di fermentazione e la combustione del biogas tutti gli scarti agricoli vengono trasformati in un’importante fonte energetica, mentre i resti della fermentazione diventano concime organico per le coltivazioni di foraggi, che alimenteranno poi gli allevamenti. La Fattoria della Piana diventa così un vero e proprio ecosistema autosufficiente, capace di produrre energia dagli scarti dell’industria agroalimentare e zootecnica, e di fornire una opportunità di smaltimento e di valorizzazione di biomasse che da rifiuto possono diventare risorsa e ricchezza per la nostra terra

 PESCATORI CUSTODI ANTI PLASTICA - Marche - Chiara Meriti –

È sul peschereccio Adriana III che i pescatori diventano custodi del mare. Dopo lunghe ore e infinite miglia di navigazione, dopo aver visto evidenti segni di sofferenza e un aumento dell’inquinamento marino che rischiava di finire anche sulle tavole di consumatori. È così che le poche ore destinate al riposo, dopo avere tirato a bordo le reti e messo in ghiacciaia il pescato, vengono destinate all’attività ecologica. Le saccate sono un miscuglio di pescato e rifiuti. Una volta svuotata la “saccata” avviene la cernita del pesce e la raccolta di tutto il materiale plastico che verrà poi stoccato all’interno di una vera e propria isola ecologica mobile composta da diversi contenitori. La pratica tristemente nota è quella di restituire alle acque quanto hanno appena consegnato all’uomo. Ma il peschereccio si è impegnato, facendosi carico di costi e sforzi, di selezionare la plastica dal pesce e di trasportarla a terra per affidarla a chi di dovere. Questa pratica, così come la tipologia di maglia utilizzata con le reti e il periodo di fermo dell’attività in mare per consentire il ripopolamento del pescato, rientra tra le attività di tutela del mare. Periodi di sospensione dell’attività che volontariamente questi marinai aggiungono a quello imposto dalle regole. La fatica quotidiana è impegno ecologico, per garantire un futuro.

 DA SCARTO DI CANTINA A DESIGN- Piemonte - Martina Bodda –

Dare valore agli scarti della cantina, riciclare nel rispetto dell’ambiente questo è da sempre l’idea di Martina che nella sua azienda instrada tutti i processi produttivi per una seconda vita. Tutto tranne i filtri del vino che sono in cartone e vengono imbevuti e quindi non possono che finire nell’indifferenziata. Per dare una seconda vita ai filtri c’è voluta una tesi di laurea. Oggi sono richiestissimi oggetti di design. Martina li riutilizza integralmente, essiccandoli al sole, per poi passarli in fustella, nelle forme da lei progettate, per oggetti di design, complementi d’arredo, componibili, scomponibili e riadattabili. Hanno il colore del vino, ma anche il suo profumo e la sua storia. Cambiano ma continuando a fare, quello che il vino fa da sempre, dall’uva al tino, alla botte, alla bottiglia e ora al filtro/design. Diventano così porta bottiglie che una volta tornati a casa, i clienti trasformano in elementi d'arredo: porta fiori, lampade, porta oggetti. Sono tutti diversi tra loro, cambia l’intensità del colore e dell’essenza e cambia anche la forma, esprimendo una vita continua.

CATEGORIA FARE RETE

IL CACIO DEGLI ALLEVATORI CUSTODI - Basilicata – Salvatore Ladaga

Allevatori custodi che fanno rete e sorvegliano la Lucania terra con forte e antica identità, garanti di sapori e pratiche naturali, protagonisti di un rilancio che coinvolge molti giovani. La virtuosa rete di piccole imprese costruita intorno a questa eccellenza italiana non è soltanto protezione, ma è rilancio del territorio, una occasione di sviluppo per realtà dinamiche locali che guardano al turismo del gusto. Per realizzare il caciocavallo Podolico c’è bisogno di percorrere una lunga transumanza invernale, a piedi, al suono dei campanacci, tra riti e canti popolari, per propiziare il miracolo che si ripete dell’arcaica mucca podolica, mai entrata in stalla, da sempre a brucare i grassi e alti pascoli e ad arare i duri terreni, tra valloni e calanchi della Basilicata. È intorno a questi paesaggi e ai riti antichi, lungo questi panorami e autentici sapori che la rete di giovani imprenditori si è messa a lavoro per una progettualità diffusa. È green economy, ma anche sviluppo partecipato e protagonismo di una comunità che guarda alla tradizione, ai prodotti buoni garantiti dalla storia della filiera agricola locale, per fare di questo perimetro della Lucania, un attrattivo distretto turistico della qualità. Le valli abbandonate si ripopolano di bontà e bellezza. In dettaglio è un progetto di rete, unisce 5 aziende dell'area Sud della Basilicata che aggregano il latte in un unico punto di trasformazione per la produzione del caciocavallo podolico. Con semplicità, ma anche con una certa abilità, si portano a conoscenza del consumatore agricoltura, turismo e ovviamente allevamento non più settori separati, ma anelli di una stessa catena, è proprio quella che sostiene e valorizza il territorio lucano. Il prodotto finito, sigillo di Campagna Amica, grazie alla maestria dei nostri casari e alle qualità dei pascoli rappresenta un patrimonio per la zootecnia lucana.
 
DRONI SENTINELLE DELLA CAMPAGNA Sardegna - Andrea Liverani

 
Andrea con una start up ha attivato una partnership per un progetto di rete sperimentale sull’agricoltura di precisione di ben 10 aziende agricole. L'obiettivo è quello di evitare lo spreco d’acqua e somministrare solo il concime e il fertilizzante strettamente necessario. Al fine di ottenere, allo stesso tempo, il minimo impiego di energia, abbattere l'inquinamento chimico e ottimizzare la resa, per ogni ettaro. E’ quello che oggi consente la tecnologia che, se da una parte, attraverso il monitoraggio aereo, intuisce, pianta per pianta, quale sia il reale fabbisogno energetico, dall'altra indica, al trattore in moto sul campo, dove erogare più o meno fertilizzante. Metodologia equivalente per gli irrigatori d’acqua o per la lotta ai parassiti. Il progetto prevede un monitoraggio aereo settimanale, che restituisce dei dati da studiare in base a coltura e tipologia del terreno. Sta già dando ottimi risultati sia nel risparmio idrico che dei fitofarmaci. Se fino ad oggi si è stati abituati a ragionare per ettari nel cuore della Sardegna, oggi si ragiona per centimetri quadrati. Quelli che restituiscono le mappe aeree grazie alla diagnosi di precisione che viene compiuta attraverso i sensori e le camere multi spettrali dei droni.

 AGRICOLTORI EROICI - Toscana - Andrea Signorini 

“Fare impresa agricola in alta montagna significa sfidare continue avversità. Raggiungere i propri campi non è gioco semplice. A volte è impossibile. O provarci a portare turismo per i percorsi del gusto. O ancora garantire il giusto benessere al proprio bestiame, avendo abbeveratoi lungo i percorsi dei pascoli. O contenere i dissesti, le frane, garantendo le vie di comunicazione. Un progetto integrato territoriale dell’alta montagna Pistoiese, mette insieme ricerca universitaria, competenze tecniche e amministrative con il coinvolgimento degli enti e imprese agricole, per circa 40 soggetti, e disegnano la protezione della montagna con un milione di euro stanziati dalla Comunità europea, cofinanziato dal Piano di sviluppo rurale della Toscana. Significa salvare le imprese di questi giovani, contenere lo spopolamento di queste comunità, favorire il turismo in quota.

La sentieristica viene realizzata per permettere di raggiungere i propri terreni, ma anche per favorire attività di trekking, e ancora i muretti a secco, con le abilità artigiane del territorio, sono l’argine contro le frane che bloccano ogni attività. Il ripristino di zone paludose, di laghetti diventano una sorgente per gli abbeveratoi per gli animali. Sull’Abetone c’è l’abbraccio generoso di una comunità, qui si salva la montagna e si da futuro alle imprese agricole dei giovani. Le opere realizzate e le ricerche agronomiche e sociali da parte dell’Università di Firenze hanno una ricaduta economica immediata e prospettica. Il progetto  è un proficuo esempio di resilienza, dove gli elementi ambientali, economici si tengono insieme con l’impatto sociale: preservando ambiente e favorendo  sviluppo economico”

CATEGORIA NOI PER IL SOCIALE

L’ORTO ROBOT ANTIDISABILITA’ - Friuli Venezia Giulia - Lorenzo Favia – 

Il Giardino del Chiostro è una fattoria didattica e sociale all’interno di un antico Monastero medievale a Cividale del Friuli in provincia di Udine. Lorenzo Favia, ha fortemente voluto realizzare il ROBorto, un progetto che coniuga la tecnologia avanzata, con la volontà di poter realizzare un orto anche per persone che per diverse motivazioni - anzianità, disabilità sia fisica che psichica non sono in grado di diventare orticoltori. Attraverso la app installata, su pc o smartphone, si danno i comandi che fanno funzionare il meccanismo che realizza fisicamente l'orto. Le persone danno il comando che serve (semina, ara, bagna, etc) e il braccio meccanico esegue concretamente il lavoro. L’orto è reale e può essere applicato ad un appezzamento di terra più o meno vasto. I prodotti realizzati vengono poi venduti nella fattoria sociale. È un processo terapeutico e riabilitativo a forte impatto sociale ed emotivo. Finalmente ragazzi, anche con gravi disabilità fisiche e mentali, possono provare la gioia di lavorare e di creare un prodotto in autonomia, sviluppando nuove abilità.

L’AGRISCUOLA DELLA SOLIDARIETÀ - Valle d'Aosta - Alessandro Bruno –

Tra le altissime montagne della Valle d’Aosta c’è la fattoria della felicità dove si è scoperto che la formula magica ha a che fare con le diversità. Che se coccolate e allevate con le buone pratiche dell’inclusione, sono capaci di produrre una gran quantità di felicità che scende come i fiumi e si diffonde in tutta la Valle in maniera esponenziale. Le fragilità, le disabilità qui sono una risorsa inesauribile e trovano possibilità di impiego remunerato, diventando volano per sempre più innovative attività della fattoria. Dalla cura degli animali, alle pratiche dell’orto, fino alla trasformazione dei formaggi sono i ragazzi portatori di handicap ad occuparsene. Ma tocca anche a loro l’attività della didattica ai bambini. D’estate, con i centri estivi, ma anche d’inverno nelle scuole. Come dice Alessandro: il seme dell’inclusione non ha terreno fertile migliore che nei bambini. Ai quali qui, viene svelato il segreto della felicità. Questo tipo di attività permette ai ragazzi con disabilità di prendere consapevolezza delle loro capacità e potenzialità e ai bimbi ospitati di imparare oltre a delle attività anche l'inclusività in modo naturale e sincero.
 
FIORI E FRUTTI SOLIDALI - Veneto - Giulia Baldelli –

Un’oasi felice, questo è diventato il garden di Giulia che si trova nell’azienda agricola Ecoflora. Questa isola felice è il simbolo di una rivoluzione che riguarda un intero territorio nel quale le fragilità erano canalizzati nei percorsi classici dell’assistenza, troppo spesso alienanti. In questo giardino delle meraviglie le persone con fragilità psichiche e soggetti portatori di difficoltà di varia natura, trovano una occasione di rinascita. Inserimento lavorativo, tirocini riabilitanti, percorsi educativi e formativi, sono le pratiche quotidiane. E si spalanca per loro un mondo di relazioni ed operosità. Aumenta l’autostima, si attivano abilità, si ci prende cura di sé e degli altri partendo dal prendersi cura di una piantina. E si genera una innovazione dei modelli educativi, riabilitativi e di sviluppo psichico. Sorprende gli ospiti ma anche le istituzioni territoriali, i servizi socio sanitari che a questo laboratorio sociale affidano i propri assistiti. Dal garden, al frutteto, alla fattoria: fiori, frutti, animali, passione e competenza. Il percorso è abilitativo, educativo, formativo, ma soprattutto promuove il benessere degli utenti all’interno del garden dove tutti possono approcciarsi alle attività cura del verde imparando a conoscere e coltivare le piante e i fiori.