30 Giugno 2016

Embargo russo, in 10.000 a Verona per dire stop a guerra commerciale

Sono quasi diecimila gli agricoltori e gli allevatori italiani in piazza con i trattori contro l’embargo russo che ha azzerato completamente le esportazioni dei prodotti agroalimentari più rappresentativi del Made in Italy, scatenando una guerra commerciale che ha provocato pesantissimi danni all’economia e la perdita di posti di lavoro.

La protesta, alla quale hanno aderito anche tutti i principali operatori economici dell’agroalimentare coinvolti nell’interscambio commerciale con la Russia, coincide con il secondo anniversario dell’embargo russo e rappresenta una risposta alla decisione del presidente russo, Vladimir Putin, di prolungare l’embargo sui beni alimentari fino al 31 dicembre del 2017.

Il teatro della manifestazione è il Veneto, più precisamente Verona al Cattolica Center, scelto in quanto regione più duramente colpita dagli effetti di una guerra commerciali insostenibile che- secondo uno studio della Coldiretti-  ha comportato per l’agroalimentare Made in Italy un taglio delle esportazioni stimato in 600 milioni di euro nell’arco di due anni, dovuto per circa la metà al completo azzeramento dell'export di ortofrutta, formaggi, latticini, carni e salumi italiani interessate direttamente dall’embargo.

Le tensioni commerciali con la Russia -  spiega la Coldiretti -  hanno interrotto bruscamente una crescita travolgente delle esportazioni agroalimentari italiane verso la Russia, che nei cinque anni precedenti il blocco erano più che raddoppiate in valore (+112%). A salire sul podio dei prodotti agroalimentari Made in Italy più colpiti direttamente dall’embargo in termini di taglio in valore delle esportazioni sono - precisa la Coldiretti - nell’ordine l’ortofrutta per un valore di 149 milioni di euro, soprattutto per mele, kiwi e pesche, poi i prodotti lattiero- caseari, per un importo di 80 milioni di euro principalmente per Grana Padano e Parmigiano Reggiano, e infine le carni e i salumi con perdite di 39 milioni di euro.

In termini quantitativi nel corso dei due anni di embargo - stima la Coldiretti - sono stati “respinti” dalle frontiere russe 39,4 milioni di chili di mele italiane, soprattutto della varietà Granny Smith dal colore verde intenso e sapore leggermente acidulo, ma anche 29,5 milioni di chili di uva da tavola, 29,9 milioni di chili di kiwi, 2,8 milioni di chili di Parmigiano Reggiano e Grana Padano, 14,2 milioni di chili di pesche e nettarine e 85mila prosciutti di Parma e San Daniele a denominazione di origine.

“Ancora una volta il settore agroalimentare è divenuto merce di scambio nelle trattative internazionali senza alcuna considerazione del pesante impatto che ciò comporta sul piano economico, occupazionale e ambientale”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “si tratta di un costo insostenibile per l’Italia e l’Unione Europea dopo il voto sulla Brexit con la svalutazione della sterlina che rischia di mettere in crisi anche i rapporti commerciali con la Gran Bretagna che è il quarto sbocco estero dei prodotti agroalimentari Made in Italy”.

 

"Quello con la Russia è  un braccio di ferro insensato e autolesionistico", ha aggiunto il Presidente di Coldiretti Giovani Maria Letizia Gardoni, "una scelta suicida che l’Unione Europea e l’Italia non possono permettersi anche in considerazione degli sforzi che tanti giovani stanno facendo per rendere il settore agricole europeo leader nel mondo in termini di lavoro, qualità e sostenibilità".

Bandiere, cartelli e numerosi striscioni sono stati esposti “No all’embargo russo”, “Putin facciamo la pace”, “La guerra fredda uccide il Made in Italy”, ma anche “Brexit+embargo=Italia in letargo”.

IL MADE IN ITALY PIU’ COLPITO NEI 2 ANNI DI EMBARGO RUSSO

Prodotti                                                                                              I tagli all’export

Mele                                                                                                  - 39, 4 milioni di chili

Kiwi                                                                                                   - 29,9 milioni di chili

Uva da tavola                                                                                   - 29,5 milioni di chili

Pesche e nettarine                                                                          - 14,2 milioni di chili

Grana Padano Dop e Parmigiano Reggiano Dop                     - 2,8 milioni di chili

Prosciutto di Parma Dop e Prosciutto di San Daniele Dop      - 85.000 pezzi

Fonte: elaborazioni Coldiretti