Dall’ulivo alla vite, ma anche fico, albicocco, mandorlo, pesco, agrumi, ciliegio, gelso e numerose piante ornamentali, per un totale di 102 specie vegetali che non potranno più essere esportate dalla Puglia in Francia. Il Decreto del Ministero dell’Agricoltura francese del 2 aprile 2015, concernente la prevenzione dell'introduzione di Xylella fastidiosa (Well e Raju), è già stato pubblicato sulla gazzetta ufficiale, rendendo obbligatoria ovunque e in modo permanente su tutto il territorio nazionale francese il divieto di importazione, salvo deroghe, delle piante specificate da paesi e zone delimitate (come il Salento) dove la patologia è presente o la cui assenza non è garantita.
La decisione del Ministro francese dell'Agricoltura, Stephane Le Foll, di vietare le importazioni dei vegetali a rischio Xylella dalla Puglia, è stata assunta arbitrariamente, al di fuori del diritto comunitario, e rischia di scatenare una guerra commerciale senza precedenti. Stupisce la scelta di intervenire brutalmente con un provvedimento nazionale su una materia di competenza comunitaria da parte di un Paese, come la Francia, che è un partner storico dell’Italia, con la quale ha partecipato alla nascita dell’Unione Europea. I tempi, i modi e i contenuti del provvedimento appaiono sproporzionati e irrispettosi, e per questo del tutto inaccettabili, ma vale la pena anche ricordare che l’Italia è vittima della mancanza di controlli alle frontiere dell’Unione Europea, da dove è arrivata la malattia.
Secondo il comunicato ufficiale relativo al blocco delle importazioni, il batterio Xylella fastidiosa è trasmesso e diffuso da insetti e attacca diverse specie vegetali (vite, agrumi, prunus, caffè avocado, erba medica, oleandro, quercia e acero). Se il blocco venisse attuato, provocherebbe un danno enorme all’economia della Puglia e dell’Italia, ma metterebbe anche a rischio i rapporti commerciali nell’agroalimentare tra Italia e Francia in un difficile momento di crisi economica. Si tratta non solo di un duro colpo all’economia, ma soprattutto un pesante danno di immagine, che rischia di alimentare una pericolosa e ingiustificata reazione a catena da parte di altri Paesi. Pesanti sono infatti le ripercussioni a carico del comparto delle piante ornamentali, che in Puglia ha raggiunto i 185 milioni di euro di valore, con un incidenza dell’11,4% del valore della produzione regionale su quella nazionale.
La Coldiretti chiede che il necessario intervento nei confronti delle Autorità francesi e comunitarie sia accompagnato a livello nazionale, alla luce delle ripercussioni dirette e indirette che gravano sugli agricoltori, da un impegno di tutto il Parlamento affinché sia resa possibile la dichiarazione di stato di calamità naturale. Tale intervento è necessario per innescare immediatamente urgenti misure di sostegno in favore degli imprenditori olivicoli, quali sgravi della contribuzione previdenziale agricola ai sensi del D. Lgs. 102/2004 e del settore della trasformazione, sospensione o dilazione delle scadenze fiscali agricole previste per i soggetti agricoli professionali e postergazione di ogni scadenza di mutui e investimenti per 5 anni, interventi indispensabili a garantire un futuro a imprese olivicole, cooperative, frantoi e vivai pugliesi.