Il Testo Unico sul vino taglia del 50% il tempo dedicato alla burocrazia che, dal vigneto alla bottiglia, rende necessario adempiere a più di 70 pratiche che coinvolgono 20 diversi soggetti richiedendo almeno 100 giornate di lavoro per ogni impresa agricola vitivinicola per soddisfare le 4mila pagine di normativa che regolamentano il settore. Un risultato di una lunga mobilitazione per liberare le energie del settore più dinamico del Made in Italy agroalimentare, che ne rappresenta la principale voce dell’esportazione.
E' quanto ha affermato il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo nel commentare positivamente l’approvazione del Testo Unico sulla coltivazione della vite e la produzione del vino da parte dell’aula della Camera dei Deputati. Un risultato di una lunga mobilitazione che - ha precisato Moncalvo - auspichiamo possa giungere presto ad una approvazione definitiva con la conferma delle semplificazioni introdotte e il rapido esame da parte del Senato, a distanza di oltre due anni dall’avvio dei lavori parlamentari.
Il Testo Unico sul vino, porterà:
La burocrazia, è considerata dai giovani agricoltori e vitivinicoltori il principale ostacolo al loro lavoro che nel 2015 ha consentito di realizzare un fatturato record di 9,7 miliardi soprattutto grazie all’export, che è stato di 5,4 miliardi e risulta in ulteriore aumento del 3% nel primo semestre del 2016.
L’Italia conquista nel 2016 il primato mondiale nella produzione, stimata in circa 49 milioni di ettolitri, mentre la Francia con un calo del 10% dovrebbe attestarsi a 42,9 milioni di ettolitri e potrebbe addirittura perdere il posto d’onore a vantaggio della Spagna, dove le prime stime parlano di valori attorno ai 45 milioni di ettolitri. Se non ci saranno sconvolgimenti, si prevede che la produzione Made in Italy sarà destinata per oltre il 40% ai 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), il 30% ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30% a vini da tavola con 650mila ettari di vigne e oltre 200mila imprese agricole vitivinicole.
Il vino, per quanto riguarda l'agricoltura italiana, attiva un motore economico che genera opportunità di lavoro nella filiera a 1,3 milioni di persone. La ricaduta occupazionale riguarda sia per le persone impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, sia per quelle impiegate in attività connesse e di servizio. Ricerche recenti, per ogni grappolo di uva raccolta, si attivano ben diciotto settori di lavoro dall’industria di trasformazione al commercio, dal vetro per bicchieri e bottiglie alla lavorazione del sughero per tappi, continuando con trasporti, accessori, enoturismo, cosmetica, bioenergie e molto altro.